Con il presente saggio il Prof. Franco Angeloni esamina le problematiche relative alle tecniche di tutela dei soggetti che acquistano dal donatario i beni allo stesso donati ovvero diritti, di godimento o di garanzia, sui beni stessi, nei confronti dei legittimari del donante che, esperendo l'azione di riduzione della donazione lesiva della legittima agli stessi spettante, possono conseguire sia la restituzione dei beni donati dagli aventi causa dal donatario, ai sensi degli artt. 561 e ss. c.c., sia l'effetto di affrancazione dei beni donati, ai sensi dell'art. 561, comma 1° c.c. L'Autore, in una prima parte del saggio, evidenzia i limiti delle recenti riforme consistenti nella novellazione degli artt. 561 e 563 c.c. da parte degli artt. 2, comma 4-novies, lett. a) del decreto legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito con la legge 14 maggio 2005, n. 80 e 3, comma 1° della legge 28 dicembre 2005, n. 263 e nella introduzione, da parte della legge 14 febbraio 2006, n. 55, nel titolo IV del libro II del codice civile, di un nuovo capo V-bis, intitolato «Del patto di famiglia» ed analizza criticamente la soluzione tradizionale della risoluzione per mutuo dissenso della donazione, evidenziandone gli inconvenienti. L'Autore propone infine una nuova soluzione per consentire ai soggetti di acquistare in modo sicuro i beni donati al donatario o diritti sugli stessi, consistente nella novazione contrattuale della originaria donazione con una vendita. Vengono inoltre evidenziate varie tecniche attraverso le quali l'originario donante può sia consentire la semplificazione della eventuale perfezione del negozio novativo, sia realizzare, in modo innocuo per gli acquirenti di diritti dal donatario, l'intento liberale che lo ha originariamente mosso a perfezionare la donazione.

Nuove cautele per rendere sicura la circolazione dei beni di provenienza donativa nel terzo millennio

ANGELONI, FRANCO
2007

Abstract

Con il presente saggio il Prof. Franco Angeloni esamina le problematiche relative alle tecniche di tutela dei soggetti che acquistano dal donatario i beni allo stesso donati ovvero diritti, di godimento o di garanzia, sui beni stessi, nei confronti dei legittimari del donante che, esperendo l'azione di riduzione della donazione lesiva della legittima agli stessi spettante, possono conseguire sia la restituzione dei beni donati dagli aventi causa dal donatario, ai sensi degli artt. 561 e ss. c.c., sia l'effetto di affrancazione dei beni donati, ai sensi dell'art. 561, comma 1° c.c. L'Autore, in una prima parte del saggio, evidenzia i limiti delle recenti riforme consistenti nella novellazione degli artt. 561 e 563 c.c. da parte degli artt. 2, comma 4-novies, lett. a) del decreto legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito con la legge 14 maggio 2005, n. 80 e 3, comma 1° della legge 28 dicembre 2005, n. 263 e nella introduzione, da parte della legge 14 febbraio 2006, n. 55, nel titolo IV del libro II del codice civile, di un nuovo capo V-bis, intitolato «Del patto di famiglia» ed analizza criticamente la soluzione tradizionale della risoluzione per mutuo dissenso della donazione, evidenziandone gli inconvenienti. L'Autore propone infine una nuova soluzione per consentire ai soggetti di acquistare in modo sicuro i beni donati al donatario o diritti sugli stessi, consistente nella novazione contrattuale della originaria donazione con una vendita. Vengono inoltre evidenziate varie tecniche attraverso le quali l'originario donante può sia consentire la semplificazione della eventuale perfezione del negozio novativo, sia realizzare, in modo innocuo per gli acquirenti di diritti dal donatario, l'intento liberale che lo ha originariamente mosso a perfezionare la donazione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/1884358
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