La capacità dell’adulto di prendersi cura di un bambino in difficoltà, muove dalla capacità di con-tenimento in una relazione sintonica, capace di facilitare il processo di sviluppo. La maturazione e l’acquisizione del senso del reale infatti, si possono sviluppare solo se c’è un adulto responsabile in grado di riconoscere le sfumature emotive dei vissuti del bambino, contenendole, per rinviargliele elaborate in un gioco di rispecchiamento. Il piccolo, riconoscendosi nello sguardo dell’altro, svilupperà il senso di continuità dell’esistenza così che la paura e la sofferenza, derivate da frustrazioni anche devastanti, come l’abbandono e la violenza, possano divenire condizioni intrinseche di una realtà sopportabile. L’angoscia impensabile derivante dal vissuto abbandonico può essere alleviata attraverso il sostegno di un altro attendibile che con-tenga il soggetto aiutandolo rispettosamente a mentalizzare ed integrare l’esperienza destabilizzante. La funzione di holding di cui parla Winnicott definisce dunque la capacità della madre sufficientemente buona di fungere da contenitore delle angosce del figlio; l’intero processo di crescita verrà poi influenzato dalla qualità e dal grado di responsività sperimentato all’interno delle relazioni significative. Stabilire confini, spazi e tempi di interazione con l’altro sarà fondante nella formazione dell’immagine di Sé e di autonome strutture regolatrici. Parole chiave: holding; integrazione; relazione adulto-bambino

Tutelare l’infanzia: la capacità dell’adulto e il destino del bambino

ROSSI, SERENA
2006

Abstract

La capacità dell’adulto di prendersi cura di un bambino in difficoltà, muove dalla capacità di con-tenimento in una relazione sintonica, capace di facilitare il processo di sviluppo. La maturazione e l’acquisizione del senso del reale infatti, si possono sviluppare solo se c’è un adulto responsabile in grado di riconoscere le sfumature emotive dei vissuti del bambino, contenendole, per rinviargliele elaborate in un gioco di rispecchiamento. Il piccolo, riconoscendosi nello sguardo dell’altro, svilupperà il senso di continuità dell’esistenza così che la paura e la sofferenza, derivate da frustrazioni anche devastanti, come l’abbandono e la violenza, possano divenire condizioni intrinseche di una realtà sopportabile. L’angoscia impensabile derivante dal vissuto abbandonico può essere alleviata attraverso il sostegno di un altro attendibile che con-tenga il soggetto aiutandolo rispettosamente a mentalizzare ed integrare l’esperienza destabilizzante. La funzione di holding di cui parla Winnicott definisce dunque la capacità della madre sufficientemente buona di fungere da contenitore delle angosce del figlio; l’intero processo di crescita verrà poi influenzato dalla qualità e dal grado di responsività sperimentato all’interno delle relazioni significative. Stabilire confini, spazi e tempi di interazione con l’altro sarà fondante nella formazione dell’immagine di Sé e di autonome strutture regolatrici. Parole chiave: holding; integrazione; relazione adulto-bambino
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/1885734
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