La Chiesa cattolica, fin dagli anni Settanta, ha lentamente promosso una rete di dialogo e di incontri periodici tra gli episcopati nazionali europei, in risposta ai progetti politici nel continente. L’istituzione del CCEE - Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa - rappresenta il tentativo di dialogo e di scambio delle esperienze in merito ai temi affrontati dalle Conferenze episcopali nei diversi Stati. Questo ‘organismo di comunione’ non è una struttura assimilabile ad una conferenza sovranazionale e neppure ad un’istanza intermedia tra Santa Sede e Conferenze episcopali nazionali. Esso invece si prefigge la valutazione globale delle problematiche comuni, e si pone come centro propulsore di strategie pastorali collettive. Il suo carattere di associazione privata privilegia gli elementi di relazione, di collaborazione e di comunione su quelli gerarchici e giuridici. Lo studio del suo statuto, con particolare attenzione agli organi previsti, ha permesso di approfondire la conoscenza degli elementi che lo caratterizzano e lo definiscono, specie in merito alla sua struttura associativa. La valutazione tracciata, in considerazione anche delle competenze di un altro organismo, il COMECE - la Commissione degli episcopati della Comunità europea -, permette di meglio comprendere i tentativi in atto relativi alle possibili modalità di aggregazioni ecclesiali nel panorama europeo.

Lo statuto del Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d’Europa: un primo commento

FABBRI, ALBERTO
2006

Abstract

La Chiesa cattolica, fin dagli anni Settanta, ha lentamente promosso una rete di dialogo e di incontri periodici tra gli episcopati nazionali europei, in risposta ai progetti politici nel continente. L’istituzione del CCEE - Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa - rappresenta il tentativo di dialogo e di scambio delle esperienze in merito ai temi affrontati dalle Conferenze episcopali nei diversi Stati. Questo ‘organismo di comunione’ non è una struttura assimilabile ad una conferenza sovranazionale e neppure ad un’istanza intermedia tra Santa Sede e Conferenze episcopali nazionali. Esso invece si prefigge la valutazione globale delle problematiche comuni, e si pone come centro propulsore di strategie pastorali collettive. Il suo carattere di associazione privata privilegia gli elementi di relazione, di collaborazione e di comunione su quelli gerarchici e giuridici. Lo studio del suo statuto, con particolare attenzione agli organi previsti, ha permesso di approfondire la conoscenza degli elementi che lo caratterizzano e lo definiscono, specie in merito alla sua struttura associativa. La valutazione tracciata, in considerazione anche delle competenze di un altro organismo, il COMECE - la Commissione degli episcopati della Comunità europea -, permette di meglio comprendere i tentativi in atto relativi alle possibili modalità di aggregazioni ecclesiali nel panorama europeo.
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