Parlare di filosofie ‘ellenistiche’ in uno studio sull’immagine di epicureismo, stoicismo e scetticismo nel secolo precedente la formazione stessa del concetto di ‘ellenismo’, come inteso a partire dall’opera di Droysen (1833-36), può apparire per più di un verso un arbitrio storiografico. Tuttavia l’idea, più o meno consapevole, di un’affinità particolare fra queste tre scuole si fece strada nel corso del Settecento attraverso il dibattito illuministico su spirito di sistema e osservazione empirica, su morale e religione naturale, e attraverso la revisione delle categorie storiografiche ereditate dall’antichità e dalla tradizione teologica. L’applicazione della nozione di ‘progresso’ anche alla storia della filosofia riproponeva su basi nuove anche il problema di determinare il contributo di Epicuro, di Zenone e di Pirrone all’avanzamento della filosofia dopo Platone e Aristotele, specialmente alla luce dell’importanza assegnata all’antitesi fra dogmatismo e scetticismo nella prospettiva kantiana. Il giudizio oscillava fra il riconoscimento positivo di un’anticipazione sia pur imperfetta di alcuni grandi temi della filosofia moderna e la disapprovazione per questa stessa affinità e per il decadimento rappresentato dalle dottrine epicuree, stoiche e scettiche a paragone dell’antica moralità greca e romana, o del sublime sapere dei presocratici e di Platone. Finalmente Hegel conferirà all’epicureismo, allo storicismo e allo scetticismo, intesi come filosofie greche del mondo romano, il valore speciale di manifestazioni intellettuali di una crisi irreversibile dell’organizzazione cittadina della società antica e preparatorie alla diffusione del cristianesimo, aprendo la via alle fortunate interpretazioni di Droysen e di Zeller.
Filosofia ellenistica e cultura moderna. Epicureismo stoicismo e scetticismo da Bayle a Hegel
BONACINA, GIOVANNI
1996
Abstract
Parlare di filosofie ‘ellenistiche’ in uno studio sull’immagine di epicureismo, stoicismo e scetticismo nel secolo precedente la formazione stessa del concetto di ‘ellenismo’, come inteso a partire dall’opera di Droysen (1833-36), può apparire per più di un verso un arbitrio storiografico. Tuttavia l’idea, più o meno consapevole, di un’affinità particolare fra queste tre scuole si fece strada nel corso del Settecento attraverso il dibattito illuministico su spirito di sistema e osservazione empirica, su morale e religione naturale, e attraverso la revisione delle categorie storiografiche ereditate dall’antichità e dalla tradizione teologica. L’applicazione della nozione di ‘progresso’ anche alla storia della filosofia riproponeva su basi nuove anche il problema di determinare il contributo di Epicuro, di Zenone e di Pirrone all’avanzamento della filosofia dopo Platone e Aristotele, specialmente alla luce dell’importanza assegnata all’antitesi fra dogmatismo e scetticismo nella prospettiva kantiana. Il giudizio oscillava fra il riconoscimento positivo di un’anticipazione sia pur imperfetta di alcuni grandi temi della filosofia moderna e la disapprovazione per questa stessa affinità e per il decadimento rappresentato dalle dottrine epicuree, stoiche e scettiche a paragone dell’antica moralità greca e romana, o del sublime sapere dei presocratici e di Platone. Finalmente Hegel conferirà all’epicureismo, allo storicismo e allo scetticismo, intesi come filosofie greche del mondo romano, il valore speciale di manifestazioni intellettuali di una crisi irreversibile dell’organizzazione cittadina della società antica e preparatorie alla diffusione del cristianesimo, aprendo la via alle fortunate interpretazioni di Droysen e di Zeller.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.