Il contributo presenta (per incipit) un repertorio liminare a quello delle poesie di Michelangelo: i versi di altri, di corrispondenza, di lode e di celebrazione che scandiscono la vita dell’artista, e inoltre i versi in mortem. L’insieme è frutto di una ricerca condotta su antichi collettori manoscritti o a stampa, a partire da un primo assemblaggio messo insieme nel sec. XVI da Luigi Del Riccio (ora nel cod. XVII dell’Archivio Buonarroti), per proseguire con i versi in mortem raccolti nel 1564 in occasione della stampa delle Esequie (1564), e in altre stampe della medesima occasione, fino ad alcune collezioni ottocentesche. Si aggiungono testi raccolti attraverso ricognizioni sparse di materiali per lo più manoscritti. Per i versi in vita la materia è essenzialmente riconducibile alle categorie della poesia di lode (artistica, intellettuale, generica), della prosopopea di opere specifiche (che naturalmente si estende a dopo la morte del genio), alle rime di vera e propria corrispondenza. Il repertorio per molti versi ripercorre l’immagine tradizionale della solitudine di Michelangelo, fin troppo consolidata nei secoli nelle sue implicazioni umane e artistiche, illustrandola da prospettive originali, che guardano soprattutto alla percezione di Michelangelo da parte del mondo intellettuale del Cinquecento, alle aperture e al grado di accoglienza di un maestro sentito talora come parte integrante di quel mondo, infine all’utilizzo della sua figura (oltre che della sua opera) nel dibattito e nel pensiero letterario e artistico.

Michelangelo e i letterati

CORSARO, ANTONIO
2008

Abstract

Il contributo presenta (per incipit) un repertorio liminare a quello delle poesie di Michelangelo: i versi di altri, di corrispondenza, di lode e di celebrazione che scandiscono la vita dell’artista, e inoltre i versi in mortem. L’insieme è frutto di una ricerca condotta su antichi collettori manoscritti o a stampa, a partire da un primo assemblaggio messo insieme nel sec. XVI da Luigi Del Riccio (ora nel cod. XVII dell’Archivio Buonarroti), per proseguire con i versi in mortem raccolti nel 1564 in occasione della stampa delle Esequie (1564), e in altre stampe della medesima occasione, fino ad alcune collezioni ottocentesche. Si aggiungono testi raccolti attraverso ricognizioni sparse di materiali per lo più manoscritti. Per i versi in vita la materia è essenzialmente riconducibile alle categorie della poesia di lode (artistica, intellettuale, generica), della prosopopea di opere specifiche (che naturalmente si estende a dopo la morte del genio), alle rime di vera e propria corrispondenza. Il repertorio per molti versi ripercorre l’immagine tradizionale della solitudine di Michelangelo, fin troppo consolidata nei secoli nelle sue implicazioni umane e artistiche, illustrandola da prospettive originali, che guardano soprattutto alla percezione di Michelangelo da parte del mondo intellettuale del Cinquecento, alle aperture e al grado di accoglienza di un maestro sentito talora come parte integrante di quel mondo, infine all’utilizzo della sua figura (oltre che della sua opera) nel dibattito e nel pensiero letterario e artistico.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/1892092
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact