Nata come relazione al XVI Convegno Internazionale Perugia-Spello (12-14 giugno 2003), e ulteriormente alimentata da studi successivi sulla costruzione sistematica dei codici e, in genere, delle opere legislative del tardoantico, la riflessione sulla “diversa collocazione del titolo de calumniatoribus” prende le mosse rilevando come tale titolo compaia, con la medesima rubrica de calumniatoribus, in differente collocazione sistematica nei due Codici (cioè il Codex Theodosianus del 439 e il Codex Iustiniani del 534 d.C.) e nel Digesto: infatti mentre in quest’ultimo è riportato in collocazione 3,6, pressoché all’inizio della raccolta legislativa, in aderenza con la presumibile collocazione edittale, e nell’ambito del tema dell’instaurazione del giudizio, nei Codici esso risulta solo nel libro 9 (rispettivamente in 9,39 nel Codex Theodosianus e 9,46 nel Codex Iustiniani) insieme alla serie dei crimina. Si affrontano in particolare due problemi. Il primo dubbio, che la diversa collocazione sia indice dell’acquisizione di un differente significato del termine calumnia fra il periodo del diritto classico (cui si rapportano i brani delle opere riportati nel Digesto) e il periodo di Teodosio e/o di Giustiniano, si risolve individuando una linea di continuità che porta dalla previsione della calumnia come eventuale episodio della vicenda (il non calumniae causa infitias ire; oggi si direbbe un “reato contro l’amministrazione della giustizia”) alla calumnia come crimen (con citazione del volume GIOMARO A.M., "Per lo studio della calumnia. Aspetti di 'deontologia' processuale in Roma antica", Giappichelli, Torino 2003). Il secondo dubbio, se tale linea evolutiva sia stata determinata dalle esigenze di scuola o dalla prassi giudiziale si risolve con la prospettazione di un “percorso circolare” che, partendo dalle esigenze della prassi si è tradotto in sistema scolastico, per poi riproporsi nella legislazione e nella realtà dell’attività forense.

La diversa collocazione del titolo "de calumniatoribus": scuola o prassi giudiziale?

GIOMARO, ANNA MARIA
2007

Abstract

Nata come relazione al XVI Convegno Internazionale Perugia-Spello (12-14 giugno 2003), e ulteriormente alimentata da studi successivi sulla costruzione sistematica dei codici e, in genere, delle opere legislative del tardoantico, la riflessione sulla “diversa collocazione del titolo de calumniatoribus” prende le mosse rilevando come tale titolo compaia, con la medesima rubrica de calumniatoribus, in differente collocazione sistematica nei due Codici (cioè il Codex Theodosianus del 439 e il Codex Iustiniani del 534 d.C.) e nel Digesto: infatti mentre in quest’ultimo è riportato in collocazione 3,6, pressoché all’inizio della raccolta legislativa, in aderenza con la presumibile collocazione edittale, e nell’ambito del tema dell’instaurazione del giudizio, nei Codici esso risulta solo nel libro 9 (rispettivamente in 9,39 nel Codex Theodosianus e 9,46 nel Codex Iustiniani) insieme alla serie dei crimina. Si affrontano in particolare due problemi. Il primo dubbio, che la diversa collocazione sia indice dell’acquisizione di un differente significato del termine calumnia fra il periodo del diritto classico (cui si rapportano i brani delle opere riportati nel Digesto) e il periodo di Teodosio e/o di Giustiniano, si risolve individuando una linea di continuità che porta dalla previsione della calumnia come eventuale episodio della vicenda (il non calumniae causa infitias ire; oggi si direbbe un “reato contro l’amministrazione della giustizia”) alla calumnia come crimen (con citazione del volume GIOMARO A.M., "Per lo studio della calumnia. Aspetti di 'deontologia' processuale in Roma antica", Giappichelli, Torino 2003). Il secondo dubbio, se tale linea evolutiva sia stata determinata dalle esigenze di scuola o dalla prassi giudiziale si risolve con la prospettazione di un “percorso circolare” che, partendo dalle esigenze della prassi si è tradotto in sistema scolastico, per poi riproporsi nella legislazione e nella realtà dell’attività forense.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/1892420
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