L’immagine di Urbino (la “nemica figura”, nel Ramarro) si accampa, nella prosa di Corporale, con una evidenza di immagini anamorfico-decostruttive e ricostruttive (per frammenti) che traggono suggestioni dalla carnale pittura secentesca così come dal futurismo, dall’arte programmata sino alla pop art, in un gioco che va dalla percezione alla tecnologia, o, per dirla con Volponi, “dal naturale all’artificiale”, sino a giungere, nella dominante visione volponiana della propria città come corpo, ad equivalere ad una martoriata sindone, ad un valore, dunque, sacrificale.

Immagine di Urbino in "Corporale"

MATTIOLI, TIZIANA
2009

Abstract

L’immagine di Urbino (la “nemica figura”, nel Ramarro) si accampa, nella prosa di Corporale, con una evidenza di immagini anamorfico-decostruttive e ricostruttive (per frammenti) che traggono suggestioni dalla carnale pittura secentesca così come dal futurismo, dall’arte programmata sino alla pop art, in un gioco che va dalla percezione alla tecnologia, o, per dirla con Volponi, “dal naturale all’artificiale”, sino a giungere, nella dominante visione volponiana della propria città come corpo, ad equivalere ad una martoriata sindone, ad un valore, dunque, sacrificale.
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