Cosa succede quando un autore letterario dell’Antichità viene riscoperto nel basso Medioevo e la sua opera suscita l’interesse anche degli artisti? Quali sono i meccanismi che sottendono la visualizzazione dei testi in un’epoca diversa da quella che li ha generati? Uno stesso testo da tradurre in figura ripetutamente in uno stesso ambito geo-culturale porta necessariamente alla formazione di un modello iconografico di riferimento? Il presente studio cerca di rispondere a queste domande scegliendo come chiave interpretativa il fenomeno della proliferazione dei manoscritti illustrati delle Tragedie di Seneca nella seconda metà del Trecento e arrivando a dimostrare, da una parte, che non è sempre l’originale dettato senecano il punto di partenza per la formazione delle immagini, ma anche l’ulteriore materiale esegetico formatosi nel Medioevo e spesso presente nei codici, soprattutto gli argumenta (ovvero brevi sintesi delle trame che finirono spesso per frapporsi tra il testo e il suo illustratore diventando per lui, in alcuni casi, unico punto di riferimento, e generando vistose incongruenze iconografiche), dall’altra, che a dettare le regole, nel Medioevo, qualche volta non è il modello ma la legge della varietas.

Seneca “creatore di immagini”. Percorsi accidentati dal testo antico all’illustrazione medievale

FACHECHI, GRAZIA MARIA
2011

Abstract

Cosa succede quando un autore letterario dell’Antichità viene riscoperto nel basso Medioevo e la sua opera suscita l’interesse anche degli artisti? Quali sono i meccanismi che sottendono la visualizzazione dei testi in un’epoca diversa da quella che li ha generati? Uno stesso testo da tradurre in figura ripetutamente in uno stesso ambito geo-culturale porta necessariamente alla formazione di un modello iconografico di riferimento? Il presente studio cerca di rispondere a queste domande scegliendo come chiave interpretativa il fenomeno della proliferazione dei manoscritti illustrati delle Tragedie di Seneca nella seconda metà del Trecento e arrivando a dimostrare, da una parte, che non è sempre l’originale dettato senecano il punto di partenza per la formazione delle immagini, ma anche l’ulteriore materiale esegetico formatosi nel Medioevo e spesso presente nei codici, soprattutto gli argumenta (ovvero brevi sintesi delle trame che finirono spesso per frapporsi tra il testo e il suo illustratore diventando per lui, in alcuni casi, unico punto di riferimento, e generando vistose incongruenze iconografiche), dall’altra, che a dettare le regole, nel Medioevo, qualche volta non è il modello ma la legge della varietas.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2502753
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