I rapporti tra Leone IX e la città di Roma sono difficili da ricostruire, poiché la documentazione prodotta localmente è scarsa e talvolta elaborata da generazioni successive, scritta cioè sottolineando il vincolo con Ildebrando poi Gregorio VII, che è sempre presente nelle biografie di origine romana (Liber pontificalis, Annales romani, Liber pontificalis nella redazione di Bosone). Da un lato, sembra di trovarsi di fronte a un papa poco interessato (o impossibilitato) a creare saldi legami con la città, nella quale risedette soltanto nove mesi dei sessantuno totali del suo pontificato, non trattenendosi mai più di tre mesi consecutivamente. Dall’altro lato, però, la sua presenza a Roma fu concentrata in tempi forti dell’anno liturgico e fu scandita dalla celebrazione di importanti sinodi antisimoniaci. Soprattutto, Leone IX fece consapevolmente in modo di terminare la sua vita a S. Pietro, dove in seguito si sviluppò un culto intorno alla sua tomba, cosicché la forte relazione con la città, che non si era generata in vita, si produsse in morte, cioè nella memoria. Proprio la relazione con S. Pietro è però attualmente oggetto di una complessiva rivisitazione critica, poiché è incerto se alcune delle quattro le lettere da lui indirizzate al clero della basilica – che secondo l’interpretazione tradizionale segnano l’avvio della riforma a Roma e la prima attestazione di canonici nella basilica vaticana – siano autentiche o non siano invece dei falsi del XII secolo.

Roma e Leone IX

DI CARPEGNA GABRIELLI FALCONIERI, TOMMASO
2012

Abstract

I rapporti tra Leone IX e la città di Roma sono difficili da ricostruire, poiché la documentazione prodotta localmente è scarsa e talvolta elaborata da generazioni successive, scritta cioè sottolineando il vincolo con Ildebrando poi Gregorio VII, che è sempre presente nelle biografie di origine romana (Liber pontificalis, Annales romani, Liber pontificalis nella redazione di Bosone). Da un lato, sembra di trovarsi di fronte a un papa poco interessato (o impossibilitato) a creare saldi legami con la città, nella quale risedette soltanto nove mesi dei sessantuno totali del suo pontificato, non trattenendosi mai più di tre mesi consecutivamente. Dall’altro lato, però, la sua presenza a Roma fu concentrata in tempi forti dell’anno liturgico e fu scandita dalla celebrazione di importanti sinodi antisimoniaci. Soprattutto, Leone IX fece consapevolmente in modo di terminare la sua vita a S. Pietro, dove in seguito si sviluppò un culto intorno alla sua tomba, cosicché la forte relazione con la città, che non si era generata in vita, si produsse in morte, cioè nella memoria. Proprio la relazione con S. Pietro è però attualmente oggetto di una complessiva rivisitazione critica, poiché è incerto se alcune delle quattro le lettere da lui indirizzate al clero della basilica – che secondo l’interpretazione tradizionale segnano l’avvio della riforma a Roma e la prima attestazione di canonici nella basilica vaticana – siano autentiche o non siano invece dei falsi del XII secolo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2551975
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