L’arte è evento individuale e sociale, ambito dello spirito umano che si sviluppa, oltre che per una sua dialettica interna, in rapporto alla riflessione filosofica e a seguito di un forte impegno etico da parte dell’artista. Nell’opera d’arte questi esprime l’indistinto, l’incerto, ciò che, per la sua complessità, non si lascia afferrare compiutamente. Per questo l’arte concorre, insieme alla scienza, a estendere e approfondire la nostra conoscenza del mondo: senza di essa un intero lato del mondo sarebbe perduto per l’uomo. Ma per raggiungere una creazione autonoma non ci si può affidare alla sola spontaneità, perché se è vero che vedere è conoscere, è anche vero che la conoscenza del mondo — nel caso della pittura, la visione del mondo — non è un fatto puro o neutrale. Queste tesi teoriche trovano riscontro, a cavallo fra ’800 e ’900, nella ricerca di nuove soluzioni pittoriche. Con la critica del naturalismo si è assistito alla nascita di un’arte svincolata dalla rappresentazione della natura. E tuttavia l’«aderenza alla terra» non è andata smarrita nemmeno con l’arte informale, che conserva una relazione con una duplice realtà: quella dei mezzi necessari per la realizzazione dell’opera e quella sulla quale l’artista forma tali mezzi. Sono “reali” non soltanto gli oggetti sensibili, le materie utilizzate, ma anche lo spazio, la luce, i segni, le forme che l’artista traccia e imprime sulla tela.

Discorsi sulle arti visive

RASPA, VENANZIO
2013

Abstract

L’arte è evento individuale e sociale, ambito dello spirito umano che si sviluppa, oltre che per una sua dialettica interna, in rapporto alla riflessione filosofica e a seguito di un forte impegno etico da parte dell’artista. Nell’opera d’arte questi esprime l’indistinto, l’incerto, ciò che, per la sua complessità, non si lascia afferrare compiutamente. Per questo l’arte concorre, insieme alla scienza, a estendere e approfondire la nostra conoscenza del mondo: senza di essa un intero lato del mondo sarebbe perduto per l’uomo. Ma per raggiungere una creazione autonoma non ci si può affidare alla sola spontaneità, perché se è vero che vedere è conoscere, è anche vero che la conoscenza del mondo — nel caso della pittura, la visione del mondo — non è un fatto puro o neutrale. Queste tesi teoriche trovano riscontro, a cavallo fra ’800 e ’900, nella ricerca di nuove soluzioni pittoriche. Con la critica del naturalismo si è assistito alla nascita di un’arte svincolata dalla rappresentazione della natura. E tuttavia l’«aderenza alla terra» non è andata smarrita nemmeno con l’arte informale, che conserva una relazione con una duplice realtà: quella dei mezzi necessari per la realizzazione dell’opera e quella sulla quale l’artista forma tali mezzi. Sono “reali” non soltanto gli oggetti sensibili, le materie utilizzate, ma anche lo spazio, la luce, i segni, le forme che l’artista traccia e imprime sulla tela.
2013
9788854866010
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2591182
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