Il saggio mostra, con citazioni da Lettura freudiana della “Phèdre” e da Per una teoria freudiana della letteratura, il ruolo centrale che Orlando attribuisce a ciò che egli chiama “tasso di figuralità” (e cioè un’elevata presenza di figure retoriche) nella definizione stessa di letteratura, accanto alla presenza di una “logica propria dell’inconscio”. Se figure retoriche e logica dell’inconscio sono ciò che rende letterario il linguaggio, resta da scoprire in cosa le figure retoriche siano tributarie della logica dell’inconscio: programma di cui Orlando indica la necessità, ma che nei suoi lavori non è mai stato affrontato sistematicamente. Utilizzando la rilettura che di Freud fa Ignacio Matte Blanco, secondo il quale i due principi che, al grado estremo di generalizzazione, caratterizzano la logica dell’inconscio sono il “principio di generalizzazione” e il “principio di simmetria”, il saggio cerca di dimostrare come alla base del funzionamento di ogni figura retorica ci sia un tentativo di unificare i dati della realtà, privilegiandone i tratti comuni a detrimento di quelli che permettono di distinguerli. Secondo questa proposta teorica, ogni figura retorica pertinentizza e amplifica l’uguale all’interno del dissimile e del molteplice, oppure, simmetricamente, introduce distinzioni nel campo del simile. Un sommario e non esauriente elenco di figure retoriche esemplifica questi procedimenti, che vanno dalla semplice ripetizione, integrale o parziale, ad ogni tipo di inversione, fino alla arbitraria (per la logica dividente della razionalità) assimilazione di due entità distinte sulla base di una sola caratteristica comune, che opera nella regina delle figure, almeno in tempi moderni, la metafora.

Figure retoriche e logica dell'inconscio

TOFFANO, PIERO
2014

Abstract

Il saggio mostra, con citazioni da Lettura freudiana della “Phèdre” e da Per una teoria freudiana della letteratura, il ruolo centrale che Orlando attribuisce a ciò che egli chiama “tasso di figuralità” (e cioè un’elevata presenza di figure retoriche) nella definizione stessa di letteratura, accanto alla presenza di una “logica propria dell’inconscio”. Se figure retoriche e logica dell’inconscio sono ciò che rende letterario il linguaggio, resta da scoprire in cosa le figure retoriche siano tributarie della logica dell’inconscio: programma di cui Orlando indica la necessità, ma che nei suoi lavori non è mai stato affrontato sistematicamente. Utilizzando la rilettura che di Freud fa Ignacio Matte Blanco, secondo il quale i due principi che, al grado estremo di generalizzazione, caratterizzano la logica dell’inconscio sono il “principio di generalizzazione” e il “principio di simmetria”, il saggio cerca di dimostrare come alla base del funzionamento di ogni figura retorica ci sia un tentativo di unificare i dati della realtà, privilegiandone i tratti comuni a detrimento di quelli che permettono di distinguerli. Secondo questa proposta teorica, ogni figura retorica pertinentizza e amplifica l’uguale all’interno del dissimile e del molteplice, oppure, simmetricamente, introduce distinzioni nel campo del simile. Un sommario e non esauriente elenco di figure retoriche esemplifica questi procedimenti, che vanno dalla semplice ripetizione, integrale o parziale, ad ogni tipo di inversione, fino alla arbitraria (per la logica dividente della razionalità) assimilazione di due entità distinte sulla base di una sola caratteristica comune, che opera nella regina delle figure, almeno in tempi moderni, la metafora.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2598023
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