Sono sempre più numerosi gli studi che legano l’eccesso di tessuto adiposo, soprattutto a livello del distretto viscerale, all’insorgenza di alcune patologie e oggi è alta l’attenzione sul legame fra obesità e insorgenza di stati depressivi. E’ riconosciuto, infatti, che le persone obese hanno una più elevata probabilità di incorrere in problemi di depressione. Esiste relazione bidirezionale fra depressione e obesità, con l’obesità che aumenta il rischio di depressione e, viceversa, con la depressione che espone ad un più alto rischio di obesità, soprattutto ad una obesità di tipo viscerale (1). Negli stati depressivi o negli stati emozionali negativi, infatti, vi sono spesso preferenze per i cibi ad alto valore energetico, ricchi cioè in zuccheri o lipidi, sia nell’adulto sia nel bambino. Ma se un consumo limitato di tali cibi può portare ad una evoluzione dello stato emozionale negativo verso uno positivo, il loro consumo cronico e il conseguente aumento di tessuto adiposo, porterà a promuovere una vulnerabilità verso la depressione. Le associazioni causali fra obesità e depressione a livello più macroscopico sono state individuate nell’aderenza a diete poco sane a bassi livelli di attività fisica e a disturbi del sonno o insonnia. Allo stesso modo si è notata la compresenza in soggetti obesi o depressi di una maggiore prevalenza di malattie cardiovascolari, disordini metabolici e di malattie autoimmuni. Ma la comunicazione fra obesità e depressione viaggia a livello più profondo e metabolico.

Obesità e depressione due facce della stessa medaglia

DE BELLIS, ROBERTA
2014

Abstract

Sono sempre più numerosi gli studi che legano l’eccesso di tessuto adiposo, soprattutto a livello del distretto viscerale, all’insorgenza di alcune patologie e oggi è alta l’attenzione sul legame fra obesità e insorgenza di stati depressivi. E’ riconosciuto, infatti, che le persone obese hanno una più elevata probabilità di incorrere in problemi di depressione. Esiste relazione bidirezionale fra depressione e obesità, con l’obesità che aumenta il rischio di depressione e, viceversa, con la depressione che espone ad un più alto rischio di obesità, soprattutto ad una obesità di tipo viscerale (1). Negli stati depressivi o negli stati emozionali negativi, infatti, vi sono spesso preferenze per i cibi ad alto valore energetico, ricchi cioè in zuccheri o lipidi, sia nell’adulto sia nel bambino. Ma se un consumo limitato di tali cibi può portare ad una evoluzione dello stato emozionale negativo verso uno positivo, il loro consumo cronico e il conseguente aumento di tessuto adiposo, porterà a promuovere una vulnerabilità verso la depressione. Le associazioni causali fra obesità e depressione a livello più macroscopico sono state individuate nell’aderenza a diete poco sane a bassi livelli di attività fisica e a disturbi del sonno o insonnia. Allo stesso modo si è notata la compresenza in soggetti obesi o depressi di una maggiore prevalenza di malattie cardiovascolari, disordini metabolici e di malattie autoimmuni. Ma la comunicazione fra obesità e depressione viaggia a livello più profondo e metabolico.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2608385
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