La valutazione del danno alla sfera psichica della persona è senz’altro uno dei nuovi fronti che la psicologia giuridica si trova ad affrontare nella sua collaborazione con il diritto, anche se non è certo un fronte nuovo per la medicina legale, che per tradizione scientifica e professionale è la disciplina che si occupa della valutazione del danno alla persona, storicamente della dimensione fisica, e, da quanto è stato introdotto, spesso anche della dimensione psichica. La psicologia giuridica, insieme alla psichiatria forense è coinvolta dal diritto nella valutazione del danno psichico, sin da quando questa possibilità di risarcimento si è palesata con l’introduzione, con la sentenza della Corte Costituzionale n. 184/86, del concetto del danno biologico, cioè del risarcimento dell’integrità psicofisica, e non più solo della dimensione fisica e delle capacità di produrre reddito, della persona. La psicologia giuridica ha affrontato con interesse questo argomento, ma anche con molta cautela, tanto che sono molto pochi i contributi di psicologi giuridici sul tema, a fronte di una vasta letteratura medico legale e, in parte, psichiatrica. Il ruolo prioritario di queste due discipline è dovuto sia alla loro storica e specifica competenza nel coniugare l’aspetto scientifico a quello legale, sia ad una immagine più solida e tradizionale che esse hanno e che le rendono il punto di riferimento per il diritto, nonostante le competenze cliniche e diagnostiche della psicologia, nonché l’obiettivo di mettere in comunicazione psicologia e diritto sia il fondamento della psicologia giuridica. Non si vuole entrare, in questa sede, nell’annosa discussione sulla disciplina più adeguata per la valutazione del danno (Pajardi, Merzagora Betzos, Macrì, 2006; Pajardi, Berti 2012), ma si ritiene comunque importante precisare che lo psicologo ha delle competenze cliniche riconosciute anche dalla legge istitutiva dell’Ordine degli Psicologi, rispetto al fatto che egli abbia tra i suoi mandati disciplinari e professionali proprio quello di fare diagnosi, e che lo psicologo giuridico sia un professionista specializzato a collocare tale diagnosi nel contesto forense. L’elemento fondamentale da tener presente è che lo psicologo giuridico non può muoversi su questa specifica materia senza conoscere adeguatamente i parametri medico – legali e senza rispettarli. La migliore risposta alle richieste del diritto su questa materia sarebbe una valutazione collegiale e interdisciplinare tra medicina legale e le materie che si occupano della dimensione psichica, come appunto la psichiatria forense e la psicologia giuridica. In assenza di una opportunità di collegialità, è comunque importante sottolineare il ruolo anche autonomo dello psicologo in certe valutazioni del danno psichico, nonché il ruolo fondamentale nell’accertamento psicodiagnostico. Proprio su queste competenze e potenzialità ci soffermeremo in modo particolarmente approfondito in questo articolo. Attualmente infatti anche dal punto di vista delle prospettive professionali questa è un’attività specificatamente dello psicologo, che quindi deve offrire la più aggiornata e specializzata gamma di strumenti scientifici.

la valutazione del danno psichico: aspetti teorici e metodologici

PAJARDI, DANIELA MARIA;VAGNI, MONIA
2014

Abstract

La valutazione del danno alla sfera psichica della persona è senz’altro uno dei nuovi fronti che la psicologia giuridica si trova ad affrontare nella sua collaborazione con il diritto, anche se non è certo un fronte nuovo per la medicina legale, che per tradizione scientifica e professionale è la disciplina che si occupa della valutazione del danno alla persona, storicamente della dimensione fisica, e, da quanto è stato introdotto, spesso anche della dimensione psichica. La psicologia giuridica, insieme alla psichiatria forense è coinvolta dal diritto nella valutazione del danno psichico, sin da quando questa possibilità di risarcimento si è palesata con l’introduzione, con la sentenza della Corte Costituzionale n. 184/86, del concetto del danno biologico, cioè del risarcimento dell’integrità psicofisica, e non più solo della dimensione fisica e delle capacità di produrre reddito, della persona. La psicologia giuridica ha affrontato con interesse questo argomento, ma anche con molta cautela, tanto che sono molto pochi i contributi di psicologi giuridici sul tema, a fronte di una vasta letteratura medico legale e, in parte, psichiatrica. Il ruolo prioritario di queste due discipline è dovuto sia alla loro storica e specifica competenza nel coniugare l’aspetto scientifico a quello legale, sia ad una immagine più solida e tradizionale che esse hanno e che le rendono il punto di riferimento per il diritto, nonostante le competenze cliniche e diagnostiche della psicologia, nonché l’obiettivo di mettere in comunicazione psicologia e diritto sia il fondamento della psicologia giuridica. Non si vuole entrare, in questa sede, nell’annosa discussione sulla disciplina più adeguata per la valutazione del danno (Pajardi, Merzagora Betzos, Macrì, 2006; Pajardi, Berti 2012), ma si ritiene comunque importante precisare che lo psicologo ha delle competenze cliniche riconosciute anche dalla legge istitutiva dell’Ordine degli Psicologi, rispetto al fatto che egli abbia tra i suoi mandati disciplinari e professionali proprio quello di fare diagnosi, e che lo psicologo giuridico sia un professionista specializzato a collocare tale diagnosi nel contesto forense. L’elemento fondamentale da tener presente è che lo psicologo giuridico non può muoversi su questa specifica materia senza conoscere adeguatamente i parametri medico – legali e senza rispettarli. La migliore risposta alle richieste del diritto su questa materia sarebbe una valutazione collegiale e interdisciplinare tra medicina legale e le materie che si occupano della dimensione psichica, come appunto la psichiatria forense e la psicologia giuridica. In assenza di una opportunità di collegialità, è comunque importante sottolineare il ruolo anche autonomo dello psicologo in certe valutazioni del danno psichico, nonché il ruolo fondamentale nell’accertamento psicodiagnostico. Proprio su queste competenze e potenzialità ci soffermeremo in modo particolarmente approfondito in questo articolo. Attualmente infatti anche dal punto di vista delle prospettive professionali questa è un’attività specificatamente dello psicologo, che quindi deve offrire la più aggiornata e specializzata gamma di strumenti scientifici.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2610200
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