Introduzione Le principali forme di organizzazione semantica, i.e. tassonomica e tematica, differiscono per livello di complessità: l’organizzazione tematica è più basica e dipendente dal contesto ed è acquisita in fasi evolutive precoci. L’organizzazione tassonomica, mediamente acquisita in fasi più avanzate dello sviluppo, sembra favorire il ricordo, per il formato più astratto e gerarchico. Al contrario, in bambini con dislessia evolutiva (DE), considerata la loro difficoltà nella concettualizzazione e ragionamento astratto, ipotizziamo che l’organizzazione tassonomica non favorisca il ricordo, prevalendo un’organizzazione di tipo contestuale. Metodo 56 bambini con DE (diagnosticata e certificata in un centro clinico secondo la normativa italiana) ha partecipato allo studio (40 maschi). Di questi, 31 frequentavano la scuola primaria (età media: 9.25 anni, DS: 0.78); 25 la scuola secondaria di primo grado (età media: 12.13 anni, DS: 1.06). I bambini sono stati comparati ad un gruppo di controllo, bilanciando per sesso, età, scolarizzazione e profilo intellettivo. In una singola sessione, è stato somministrato un doppio compito di memoria di lavoro verbale (MLV) composto da 60 liste di 4 parole, legate da nesso semantico (i.e., tassonomico, tematico) o nessun nesso (i.e., arbitrario). Ogni lista includeva una parola rappresentante una cifra (da 0 a 9) che non appariva mai in ultima posizione e che costituiva il doppio compito (il partecipante doveva battere sul tavolo ogniqualvolta ne udiva una). Le liste di parole erano presentate in span crescente da 2 a 6, così che ogni partecipante doveva ricordare da 2 a 6 parole. Le VD considerate sono accuratezza al ricordo e eventuali intrusioni. Risultati Complessivamente è emersa una migliore prestazione nel gruppo di controllo rispetto ai partecipanti con DE. La differenza d’età (scuola primaria vs scuola secondaria di primo grado) invece non è risultata significative in nessuno dei due gruppi. Nel gruppo di controllo le parole legate da nesso tassonomico hanno prodotto ricordo migliore di quelle legate da nesso tematico (p < .001) e arbitrario (p < .001). Al contrario, nel gruppo con DE il nesso tassonomico e il nesso tematico non influenzano il ricordo (p = .10). Inoltre, entrambi facilitano il ricordo rispetto al nesso arbitrario. Per quanto riguarda il numero di intrusioni, i risultati mostrano un maggior numero di intrusioni da liste tassonomiche, che risulstano quindi essere più interferenti con il compito. Conclusioni Entrambi i nessi semantici supportano il ricordo in ML (rispettlo al nesso arbitrario) nei due gruppi. Nello specifico, nei bambini con sviluppo tipico i nessi tassonomici favoriscono il ricordo (rispetto al tematico) conferemando un pattern evolutivo già noto, mentre nei bambini con DE le prestazioni tra nessi tassonomici e tematici non si differenziano. I risultati possono essere interpretati alla luce di una scarsa integrazione tra pensiero astratto e linguaggio nella DE.

Dislessia evolutiva: Come l’organizzazione semantica (tassonomica e tematica) modula il ricordo in memoria di lavoro

Caterina Artuso;Carmen Belacchi
2019

Abstract

Introduzione Le principali forme di organizzazione semantica, i.e. tassonomica e tematica, differiscono per livello di complessità: l’organizzazione tematica è più basica e dipendente dal contesto ed è acquisita in fasi evolutive precoci. L’organizzazione tassonomica, mediamente acquisita in fasi più avanzate dello sviluppo, sembra favorire il ricordo, per il formato più astratto e gerarchico. Al contrario, in bambini con dislessia evolutiva (DE), considerata la loro difficoltà nella concettualizzazione e ragionamento astratto, ipotizziamo che l’organizzazione tassonomica non favorisca il ricordo, prevalendo un’organizzazione di tipo contestuale. Metodo 56 bambini con DE (diagnosticata e certificata in un centro clinico secondo la normativa italiana) ha partecipato allo studio (40 maschi). Di questi, 31 frequentavano la scuola primaria (età media: 9.25 anni, DS: 0.78); 25 la scuola secondaria di primo grado (età media: 12.13 anni, DS: 1.06). I bambini sono stati comparati ad un gruppo di controllo, bilanciando per sesso, età, scolarizzazione e profilo intellettivo. In una singola sessione, è stato somministrato un doppio compito di memoria di lavoro verbale (MLV) composto da 60 liste di 4 parole, legate da nesso semantico (i.e., tassonomico, tematico) o nessun nesso (i.e., arbitrario). Ogni lista includeva una parola rappresentante una cifra (da 0 a 9) che non appariva mai in ultima posizione e che costituiva il doppio compito (il partecipante doveva battere sul tavolo ogniqualvolta ne udiva una). Le liste di parole erano presentate in span crescente da 2 a 6, così che ogni partecipante doveva ricordare da 2 a 6 parole. Le VD considerate sono accuratezza al ricordo e eventuali intrusioni. Risultati Complessivamente è emersa una migliore prestazione nel gruppo di controllo rispetto ai partecipanti con DE. La differenza d’età (scuola primaria vs scuola secondaria di primo grado) invece non è risultata significative in nessuno dei due gruppi. Nel gruppo di controllo le parole legate da nesso tassonomico hanno prodotto ricordo migliore di quelle legate da nesso tematico (p < .001) e arbitrario (p < .001). Al contrario, nel gruppo con DE il nesso tassonomico e il nesso tematico non influenzano il ricordo (p = .10). Inoltre, entrambi facilitano il ricordo rispetto al nesso arbitrario. Per quanto riguarda il numero di intrusioni, i risultati mostrano un maggior numero di intrusioni da liste tassonomiche, che risulstano quindi essere più interferenti con il compito. Conclusioni Entrambi i nessi semantici supportano il ricordo in ML (rispettlo al nesso arbitrario) nei due gruppi. Nello specifico, nei bambini con sviluppo tipico i nessi tassonomici favoriscono il ricordo (rispetto al tematico) conferemando un pattern evolutivo già noto, mentre nei bambini con DE le prestazioni tra nessi tassonomici e tematici non si differenziano. I risultati possono essere interpretati alla luce di una scarsa integrazione tra pensiero astratto e linguaggio nella DE.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2671160
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