Si è soliti contrapporre Kant e Bergson come la ragione cartografica e il suo altro. Tuttavia, considerando il ruolo che lo spazio svolge nella filosofia di entrambi, è possibile non soltanto puntare al di là di questa opposizione. La medialità dello spazio, la sua naturale proprietà schematica, permette inoltre di individuare una significativa affinità tra lo spazio come forma pura di sensibilità e la percezione pura con cui Bergson apre Materia e memoria. L'articolo si propone di argomentare a favore di questa parentela considerando soprattutto il ruolo che lo spazio svolge nella prima edizione della confutazione del quarto paralogismo della ragion pura e nell'Opus postumum attraverso il filtro delle argomentazioni cui, nel terzo capitolo dell'Evoluzione creatrice, Bergson ricorre per dimostrare la genesi simultanea di materia e intelligenza.
Cosa può una pura forma? Kant, Bergson e la potenza dello spazio
ALESSANDRA CAMPO
In corso di stampa
Abstract
Si è soliti contrapporre Kant e Bergson come la ragione cartografica e il suo altro. Tuttavia, considerando il ruolo che lo spazio svolge nella filosofia di entrambi, è possibile non soltanto puntare al di là di questa opposizione. La medialità dello spazio, la sua naturale proprietà schematica, permette inoltre di individuare una significativa affinità tra lo spazio come forma pura di sensibilità e la percezione pura con cui Bergson apre Materia e memoria. L'articolo si propone di argomentare a favore di questa parentela considerando soprattutto il ruolo che lo spazio svolge nella prima edizione della confutazione del quarto paralogismo della ragion pura e nell'Opus postumum attraverso il filtro delle argomentazioni cui, nel terzo capitolo dell'Evoluzione creatrice, Bergson ricorre per dimostrare la genesi simultanea di materia e intelligenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.