Sulla base della coppia Rinascimento-Riforma, e di quella intellettuali-popolo, si tenta di schizzare la concezione gramsciana della modernità, come percorsa da una costante mancanza di contatto tra "cultura" e "vita", tra "qualità" e "quantità", tra "profondità" e "diffusione". Di qui, una diagnosi di intima fragilità della politica moderna e il rischio costante di esiti involutivi, alla luce del quale si giudicano il Rinascimento e il Risorgimento. Con lo sviluppo della teoria della traducibilità, tuttavia, tutta questa concezione viene profondamente ridiscussa, e Gramsci giunge a individuare il carattere e la funzione politica della teoria. Ciò dà luogo a una rivisitazione non più moralistica delle grandi esperienze della borghesia europea e italiana, capace di afferrarne la natura progressiva, anche dove in un primo momento il giudizio di Gramsci era stato nettamente negativo.
Riforma e Rinascimento. Il problema della “unità ideologica tra il basso e l’alto”
FROSINI, FABIO
1999
Abstract
Sulla base della coppia Rinascimento-Riforma, e di quella intellettuali-popolo, si tenta di schizzare la concezione gramsciana della modernità, come percorsa da una costante mancanza di contatto tra "cultura" e "vita", tra "qualità" e "quantità", tra "profondità" e "diffusione". Di qui, una diagnosi di intima fragilità della politica moderna e il rischio costante di esiti involutivi, alla luce del quale si giudicano il Rinascimento e il Risorgimento. Con lo sviluppo della teoria della traducibilità, tuttavia, tutta questa concezione viene profondamente ridiscussa, e Gramsci giunge a individuare il carattere e la funzione politica della teoria. Ciò dà luogo a una rivisitazione non più moralistica delle grandi esperienze della borghesia europea e italiana, capace di afferrarne la natura progressiva, anche dove in un primo momento il giudizio di Gramsci era stato nettamente negativo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.