Nel presente lavoro si mostra come alla molteplicità delle facce della solitudine, come isolamento, senso di solitudine, frustrazione affettiva e sociale, autoestraneazione, violazione di aspettative personali, attribuzione di un fallimento relazionale, ma anche come autonomia, individuazione, bisogno di autorealizzazione, ritorno a se stessi, interiorità, corrispondono i principali vertici da cui le diverse prospettive (etologiche, psicoanalitiche, psicosociali, fenomenologiche, cognitiviste, teorie dell’attaccamento) hanno scelto le caratteristiche da approfondire in maniera privilegiata. Da tale plurivocità di aspetti, emersa anche dalle risposte ad un test proiettivo in uno studio condotto su bambini in età prescolare, risulta che il senso di solitudine può essere diminuito o accresciuto, ma non può venire mai completamente eliminato, perché ha origine in istinti, conflitti interni e rappresentazioni cognitive che conservano inalterata la loro forza per tutta la vita. Ciò che invece può essere acquisito è la “capacità di essere solo”, cioè stare solo senza sentirsi solo. Lo sviluppo dell’individuo si configura così come il passaggio da una condizione in cui il senso di solitudine è ostile e disperante, ad una condizione in cui la solitudine stessa può costituire la base della fiducia nella comunicazione con se stessi e con gli altri.
Le forme della solitudine nel bambino
RIZZARDI, MARIO
2004
Abstract
Nel presente lavoro si mostra come alla molteplicità delle facce della solitudine, come isolamento, senso di solitudine, frustrazione affettiva e sociale, autoestraneazione, violazione di aspettative personali, attribuzione di un fallimento relazionale, ma anche come autonomia, individuazione, bisogno di autorealizzazione, ritorno a se stessi, interiorità, corrispondono i principali vertici da cui le diverse prospettive (etologiche, psicoanalitiche, psicosociali, fenomenologiche, cognitiviste, teorie dell’attaccamento) hanno scelto le caratteristiche da approfondire in maniera privilegiata. Da tale plurivocità di aspetti, emersa anche dalle risposte ad un test proiettivo in uno studio condotto su bambini in età prescolare, risulta che il senso di solitudine può essere diminuito o accresciuto, ma non può venire mai completamente eliminato, perché ha origine in istinti, conflitti interni e rappresentazioni cognitive che conservano inalterata la loro forza per tutta la vita. Ciò che invece può essere acquisito è la “capacità di essere solo”, cioè stare solo senza sentirsi solo. Lo sviluppo dell’individuo si configura così come il passaggio da una condizione in cui il senso di solitudine è ostile e disperante, ad una condizione in cui la solitudine stessa può costituire la base della fiducia nella comunicazione con se stessi e con gli altri.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.