L’Editio Plautina Sarsinatis, in cui l’edizione della commedia si inserisce, prevede una revisione integrale dei manoscritti portatori di varianti e della bibliografia accunulatasi nei secoli sulle questioni suscitate dal testo. Il risultato di tale lavoro viene offerto al lettore in tre distinti apparati: nel primo è raccolto tutto ciò che concerne il paratesto, vale a dire titoli di scena, distribuzione delle battute, modi di indicare i personaggi: un insieme di cose insomma che non risalgono certo all’autore ma che sono comunque di grande rilievo sia per l’interesse che le commedie hanno suscitato man mano che da testo rappresentato divenivano sempre più ed infine esclusivemente un testo di lettura, sia per le tipologie librarie che esse consentono di ricostruire. Il secondo dà conto della divisio versuum dei cantica, sostanzialmente risalente, per quanto ci testimoniano il palinsesto Ambrosiano da un lato e il Palatino Latino 1615 dall’altro, all’edizione curata da un erudito della fine del II sec. avanti Cristo. Il terzo apparato è quello, consueto, delle varianti. Completano il tutto il Metrorum conspectus e i la raccolta dei Testimonia.
Titi Macci Plauti Curculio, edidit Septimius Lanciotti
LANCIOTTI, SETTIMIO
2008
Abstract
L’Editio Plautina Sarsinatis, in cui l’edizione della commedia si inserisce, prevede una revisione integrale dei manoscritti portatori di varianti e della bibliografia accunulatasi nei secoli sulle questioni suscitate dal testo. Il risultato di tale lavoro viene offerto al lettore in tre distinti apparati: nel primo è raccolto tutto ciò che concerne il paratesto, vale a dire titoli di scena, distribuzione delle battute, modi di indicare i personaggi: un insieme di cose insomma che non risalgono certo all’autore ma che sono comunque di grande rilievo sia per l’interesse che le commedie hanno suscitato man mano che da testo rappresentato divenivano sempre più ed infine esclusivemente un testo di lettura, sia per le tipologie librarie che esse consentono di ricostruire. Il secondo dà conto della divisio versuum dei cantica, sostanzialmente risalente, per quanto ci testimoniano il palinsesto Ambrosiano da un lato e il Palatino Latino 1615 dall’altro, all’edizione curata da un erudito della fine del II sec. avanti Cristo. Il terzo apparato è quello, consueto, delle varianti. Completano il tutto il Metrorum conspectus e i la raccolta dei Testimonia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.