Maturato artisticamente a Roma nel corso degli anni quaranta del Settecento, nel culto dell'antico e dei grandi maestri del classicismo seicentesco, ma soprattutto nel mito di Raffaello, l'abate Giannandrea Lazzarini (1710-1801) condusse il suo esercizio artistico con uno sguardo sempre attento alla missione ecclesiastica di cui fu responsabile, ma anche alla riflessione teorica sulla pittura di cui si nutrì costantemente e che bene si esplicita nella redazione di alcune dissertazioni, recitate fin dal 1753 nell'Accademia Pesarese. È proprio in questi scritti che confrontandosi con la letteratura artistica precedente, Lazzarini imposta il problema estetico affrontandone le principali questioni, dall'invenzione alla composizione al disegno, dall'espressione al colorito all'architettura in quanto utile alla pittura. Il lungo saggio di A. Cerboni Baiardi restituisce la complessa personalità artistica di questo pittore, architetto e scrittore d’arte, analizzando i diversi contesti culturali e artistici in cui visse, riordinandone il catalogo con l’aggiunta di molti inediti, ponendo in evidenza lo stretto rapporto tra riflessione estetica e produzione pittorica. Particolare attenzione è inoltre rivolta alla ricostruzione della fitta rete di rapporti che seppe intessere con importanti personaggi del suo tempo (cardinali, aristocratici, studiosi e artisti), all’individuazione dei suoi committenti (cui, a conclusione dell’opera richiesta, spesso inviava lunghe e interessanti missive per spiegare le scelte iconografiche), ed all’attività didattica, poiché si trovò a dirigere una vera e propria scuola di pittura frequentata da giovani provenienti da tutta la regione e dalla quale uscirono anche interessanti personalità.

La pittura colta di Giannandrea Lazzarini

CERBONI BAIARDI, ANNA
2009

Abstract

Maturato artisticamente a Roma nel corso degli anni quaranta del Settecento, nel culto dell'antico e dei grandi maestri del classicismo seicentesco, ma soprattutto nel mito di Raffaello, l'abate Giannandrea Lazzarini (1710-1801) condusse il suo esercizio artistico con uno sguardo sempre attento alla missione ecclesiastica di cui fu responsabile, ma anche alla riflessione teorica sulla pittura di cui si nutrì costantemente e che bene si esplicita nella redazione di alcune dissertazioni, recitate fin dal 1753 nell'Accademia Pesarese. È proprio in questi scritti che confrontandosi con la letteratura artistica precedente, Lazzarini imposta il problema estetico affrontandone le principali questioni, dall'invenzione alla composizione al disegno, dall'espressione al colorito all'architettura in quanto utile alla pittura. Il lungo saggio di A. Cerboni Baiardi restituisce la complessa personalità artistica di questo pittore, architetto e scrittore d’arte, analizzando i diversi contesti culturali e artistici in cui visse, riordinandone il catalogo con l’aggiunta di molti inediti, ponendo in evidenza lo stretto rapporto tra riflessione estetica e produzione pittorica. Particolare attenzione è inoltre rivolta alla ricostruzione della fitta rete di rapporti che seppe intessere con importanti personaggi del suo tempo (cardinali, aristocratici, studiosi e artisti), all’individuazione dei suoi committenti (cui, a conclusione dell’opera richiesta, spesso inviava lunghe e interessanti missive per spiegare le scelte iconografiche), ed all’attività didattica, poiché si trovò a dirigere una vera e propria scuola di pittura frequentata da giovani provenienti da tutta la regione e dalla quale uscirono anche interessanti personalità.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2503215
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