Negli ultimi anni il fenomeno del danno biologico di natura psichica riscontra un maggior interesse sia in ambito socio-sanitario che giuridico. La nozione stessa di danno psichico e le questioni relative alla sua valutazione e alla sua liquidazione economica sono in continua evoluzione, creando uno scenario decisamente più articolato e complesso. In particolar modo il fenomeno del mobbing è in questo ultimo periodo al centro dell’attenzione non solo del diritto, ma anche della medicina e della psicologia giuridica. La tradizione della psicologia in ambito peritale è ormai consolidata, ma al suo progressivo affermarsi in ambito giuridico sul piano professionale, non sembra esserci stata un’adeguata speculazione e produzione scientifica sugli aspetti metodologici (Pajardi, Merzagora, Macrì, 2006). Gli stessi operatori del settore lamentano difficoltà di natura tecnica e metodologica nell’individuare, accertare e liquidare una lesione di natura psichica. Attraverso l’uso di uno specifico sotfware – Atlas.ti - è stata effettuata l’ermeneutica di un campione di 40 relazioni peritali, che hanno come oggetto la valutazione del danno psichico in ambito lavorativo. L’analisi è stata svolta sul testo delle perizie in quanto rappresentano il principale strumento di comunicazione tra l’esperto e il giudice e di risposta ai quesiti peritali. La ricerca ha permesso di individuare le metodologie e gli strumenti diagnostici e clinici utilizzati in questo ambito. Si è inoltre cercato di mettere in evidenza se e come lo psicologo venga coinvolto, cercando anche di rilevare le sinergie e le criticità del rapporto interdisciplinare con le altre categorie professionali. Sul piano operativo questa ricerca ha permesso di fare un quadro di una realtà metodologica e professionale molto particolare e in grande evoluzione. Un quadro di originalità non essendoci criteri uniformi né sul piano dei criteri nosografici e metodologici, né sul piano della quantificazione per la valutazione del danno psichico in ambito lavorativo. Le indicazioni che emergono dai dati e le caratteristiche del danno psichico da mobbing, dove manca un substrato organico fisico, porterebbero a pensare ad un ruolo e competenza centrale dello psicologo specializzato in ambito forense.

Metodologie peritali e tecniche investigative

PAJARDI, DANIELA MARIA;VAGNI, MONIA;
2010

Abstract

Negli ultimi anni il fenomeno del danno biologico di natura psichica riscontra un maggior interesse sia in ambito socio-sanitario che giuridico. La nozione stessa di danno psichico e le questioni relative alla sua valutazione e alla sua liquidazione economica sono in continua evoluzione, creando uno scenario decisamente più articolato e complesso. In particolar modo il fenomeno del mobbing è in questo ultimo periodo al centro dell’attenzione non solo del diritto, ma anche della medicina e della psicologia giuridica. La tradizione della psicologia in ambito peritale è ormai consolidata, ma al suo progressivo affermarsi in ambito giuridico sul piano professionale, non sembra esserci stata un’adeguata speculazione e produzione scientifica sugli aspetti metodologici (Pajardi, Merzagora, Macrì, 2006). Gli stessi operatori del settore lamentano difficoltà di natura tecnica e metodologica nell’individuare, accertare e liquidare una lesione di natura psichica. Attraverso l’uso di uno specifico sotfware – Atlas.ti - è stata effettuata l’ermeneutica di un campione di 40 relazioni peritali, che hanno come oggetto la valutazione del danno psichico in ambito lavorativo. L’analisi è stata svolta sul testo delle perizie in quanto rappresentano il principale strumento di comunicazione tra l’esperto e il giudice e di risposta ai quesiti peritali. La ricerca ha permesso di individuare le metodologie e gli strumenti diagnostici e clinici utilizzati in questo ambito. Si è inoltre cercato di mettere in evidenza se e come lo psicologo venga coinvolto, cercando anche di rilevare le sinergie e le criticità del rapporto interdisciplinare con le altre categorie professionali. Sul piano operativo questa ricerca ha permesso di fare un quadro di una realtà metodologica e professionale molto particolare e in grande evoluzione. Un quadro di originalità non essendoci criteri uniformi né sul piano dei criteri nosografici e metodologici, né sul piano della quantificazione per la valutazione del danno psichico in ambito lavorativo. Le indicazioni che emergono dai dati e le caratteristiche del danno psichico da mobbing, dove manca un substrato organico fisico, porterebbero a pensare ad un ruolo e competenza centrale dello psicologo specializzato in ambito forense.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2510697
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