Il volume presenta alcuni risultati di un'attività di ricerca condotta dall'Unità di Ricerca dell'Istituto di Scienze Economiche della Facoltà di Economia dell'Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo", nell'ambito del progetto "Le politiche paesaggistiche nei piani di sviluppo rurale delle regioni Marche ed Emilia Romagna e loro applicazione all'area del Montefeltro e delle zone collinari dell'Emilia Romagna al confine delle Marche", finanziato dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (COFIN 2003). L'obiettivo del volume è quello di definire una proposta metodologica per valutare l'efficacia delle misure paesaggistiche attivate nell’ambito della politica agraria, relativamente alla promozione di un processo di sviluppo sostenibile, in termini di mantenimento della biodiversità (dimensione biologica/ecosistemica) e, più in generale, di gestione del territorio (dimensione economica, sociale, istituzionale). L’analisi è focalizzata sul paesaggio rurale marchigiano e, in particolare, su quello del Montefeltro, che hanno rappresentato, per molto tempo, il risultato di un equilibrio armonico tra elementi naturali e apporti antropici (soprattutto da parte degli agricoltori). La trasformazione progressiva dei modelli produttivi agricoli (da mezzadrili a “industriali”) ha generato, tuttavia, molteplici conseguenze sugli ordinamenti produttivi e, più in generale, sul paesaggio. Nel corso degli ultimi decenni, a fronte di un generale ridimensionamento dell'attività agricola, si sono originati, infatti, diversi fenomeni negativi, sia nelle aree di montagna/alta collina (esodo e abbandono degli insediamenti umani, avanzamento della macchia e aumento delle superfici boschive), sia in quelle collinari (eliminazione di terrazzamenti, ciglioni, muretti a secco), sia in quelle di pianura (crescita delle superfici destinate a usi non agricoli e a infrastrutture). In tutti i casi, l'incremento della meccanizzazione e della specializzazione e la scomparsa della struttura poderale mezzadrile hanno comportato una spinta banalizzazione del paesaggio (dal punto di vista estetico-percettivo), una perdita di biodiversità e un netto peggioramento dei fenomeni erosivi. Negli ultimi decenni, tuttavia, a livello culturale e politico, si va registrando una nuova attenzione verso il paesaggio e verso l’individuazione di strumenti di gestione finalizzati alla sua valorizzazione, nella convinzione che la cura del territorio e dei suoi caratteri peculiari (naturali e culturali) risulta indispensabile per innescare/sostenere un processo di sviluppo sostenibile. Con l’intento di superare l'ottica di conservazione ambientale (tipica del vecchio approccio urbanistico), nel volume è stato adottato un approccio conoscitivo e normativo di tipo sistemico/multidimensionale, sperimentando metodologie di analisi del paesaggio mutuate da ambiti disciplinari diversi. Il lavoro è così articolato. Il capitolo 1 definisce il quadro teorico di riferimento, costruito sui concetti di sviluppo sostenibile e su quello di agricoltura multifunzionale, che hanno costituito la chiave interpretativa dell'evoluzione del quadro normativo per la conservazione e la gestione dei paesaggi. In particolare, sono state analizzate le specifiche Convenzioni e Strategie internazionali ed europee ed è stato illustrato il dibattito che, a partire dalla riforma MacSharry, si è sviluppato intorno alle azioni da implementare nell’ambito della Politica Agraria Comunitaria (PAC), in riferimento a obiettivi di sostenibilità dello sviluppo. In questo contesto, sono stati esaminati i provvedimenti che, in misura maggiore, hanno contribuito alla promozione di un modello di agricoltura multifunzionale e sostenibile, mediante la remunerazione di alcune esternalità ambientali positive dell’attività produttiva (tra le quali la produzione di paesaggio): il Reg. (CEE) n. 2078/92, relativo ai "metodi di produzione agricola compatibili con le esigenze di protezione dell'ambiente e con la cura dello spazio rurale", e il Reg. (CEE) n. 2080/92 che istituiva un "regime comunitario di aiuti alle misure forestali nel settore agricolo", confluiti, poi, nelle misure agro-ambientali, disciplinate dal Reg. (CE) n. 1257/99, finalizzate a promuovere forme di conduzione dei terreni agricoli compatibili con la tutela e il miglioramento dell’ambiente, del paesaggio e delle sue caratteristiche, delle risorse naturali, del suolo e della biodiversità. Nel capitolo 2, invece, sono stati analizzati gli strumenti di gestione e di pianificazione del paesaggio, definiti a livello regionale, per verificare la coerenza esistente tra le misure attivate nei diversi contesti politico-normativi. In particolare, per la normativa relativa al governo del territorio, sono state analizzate le funzioni svolte dai diversi enti coinvolti e le disposizioni previste dai Piani più rilevanti per la gestione del paesaggio agrario ed è stata condotta un'indagine, mediante la somministrazione di questionari a testimoni privilegiati, per verificare il coordinamento esistente tra le diverse istituzioni. Per le politiche agricole, invece, sono state esaminate le modalità di applicazione e il livello di attuazione del Reg. (CEE) n. 2078/92, da parte della Regione Marche, con l’approvazione del Programma Zonale Pluriennale Regionale del 1993 e con il Piano di Sviluppo Rurale per il periodo 2000-2006 (misure F e H). Le misure paesaggistiche della politica agraria regionale sono state oggetto di ulteriori approfondimenti, attraverso un'analisi di tipo paesaggistico (capitolo 3) e mediante l'applicazione del metodo della valutazione contingente del paesaggio rurale marchigiano (capitolo 4). Nel primo caso, sono state individuate una serie di aree omogenee (unità di paesaggio) per caratteristiche geomorfologiche, vegetazionali, culturali e per il loro valore intrinseco nel “sistema paesaggio” del Montefeltro. A tali unità, è stato attribuito un valore specifico e, in adeguamento alle disposizioni in materia di paesaggio introdotte dal Codice per i beni culturali e il paesaggio del 2004, sono stati definiti gli obiettivi da perseguire, per ottenere la massima qualità paesaggistica e per fornire alcune indicazioni per orientare le misure paesaggistiche dei successivi Piani di Sviluppo Rurale. Attraverso l'applicazione del metodo della valutazione contingente, invece, è stata verificata la desiderabilità sociale delle misure agroambientali a favore del paesaggio. In particolare, attraverso questionari somministrati a un campione di residenti nella Regione Marche, sono state stimate le preferenze relative a specifici elementi paesaggistici e all'effetto delle diverse misure paesaggistiche e, successivamente, è stata valutata la loro disponibilità a pagare maggiori imposte per sostenere alcuni interventi di mantenimento/cura del paesaggio, attuati dagli agricoltori. Le indicazioni ottenute dall'analisi hanno fornito utili spunti di riflessione sulla valutazione delle misure di politica agraria finalizzate alla remunerazione delle funzioni ambientali delle aziende e sulla loro integrazione nell’impianto generale della PAC. In particolare, l'analisi paesaggistica e la definizione del valore economico (oltre che ambientale e culturale) attribuito dalla collettività al paesaggio hanno evidenziato la necessità di perseguire una maggiore efficacia degli interventi regionali di gestione e di pianificazione del paesaggio rurale, migliorando la comunicazione e la trasparenza delle politiche europee, aumentando il coordinamento tra le istituzioni coinvolte nella definizione delle regole, finanziando particolari misure finalizzate alla conservazione del paesaggio, adeguandole ai caratteri specifici del territorio marchigiano. Tutto ciò richiede alle amministrazioni pubbliche lo sviluppo di nuove competenze e di nuove capacità organizzative, nonché la realizzazione di studi specifici (con ampie rilevazioni di dati) circa le relazioni esistenti tra attività produttive e costi/benefici ambientali e sulle pratiche più (o meno) adeguate per conseguire obiettivi di valorizzazione del territorio. Ciò consentirebbe di pervenire anche alla creazione di un sistema di indicatori di efficacia ambientale, basato, come suggerito dalla Commissione delle Comunità Europee, sulla differenziazione spaziale delle informazioni, al fine di superare le attuali carenze di tipo analitico e instaurare un processo di valutazione continua dei risultati applicativi dei piani agro-ambientali. A questo proposito, il paesaggio stesso potrebbe rappresentare un indicatore dell'equilibrio tra attività agricola e relativo ecosistema, in quanto la semplice descrizione delle diverse tipologie di paesaggio consentirebbe di valutare la ricchezza degli ecosistemi e, allo stesso tempo, individuare le zone più vulnerabili e, quindi, più bisognose di interventi ad hoc.
Agricoltura e paesaggio nella regione Marche
ANTONELLI, GERVASIO;VIGANO', ELENA
2007
Abstract
Il volume presenta alcuni risultati di un'attività di ricerca condotta dall'Unità di Ricerca dell'Istituto di Scienze Economiche della Facoltà di Economia dell'Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo", nell'ambito del progetto "Le politiche paesaggistiche nei piani di sviluppo rurale delle regioni Marche ed Emilia Romagna e loro applicazione all'area del Montefeltro e delle zone collinari dell'Emilia Romagna al confine delle Marche", finanziato dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (COFIN 2003). L'obiettivo del volume è quello di definire una proposta metodologica per valutare l'efficacia delle misure paesaggistiche attivate nell’ambito della politica agraria, relativamente alla promozione di un processo di sviluppo sostenibile, in termini di mantenimento della biodiversità (dimensione biologica/ecosistemica) e, più in generale, di gestione del territorio (dimensione economica, sociale, istituzionale). L’analisi è focalizzata sul paesaggio rurale marchigiano e, in particolare, su quello del Montefeltro, che hanno rappresentato, per molto tempo, il risultato di un equilibrio armonico tra elementi naturali e apporti antropici (soprattutto da parte degli agricoltori). La trasformazione progressiva dei modelli produttivi agricoli (da mezzadrili a “industriali”) ha generato, tuttavia, molteplici conseguenze sugli ordinamenti produttivi e, più in generale, sul paesaggio. Nel corso degli ultimi decenni, a fronte di un generale ridimensionamento dell'attività agricola, si sono originati, infatti, diversi fenomeni negativi, sia nelle aree di montagna/alta collina (esodo e abbandono degli insediamenti umani, avanzamento della macchia e aumento delle superfici boschive), sia in quelle collinari (eliminazione di terrazzamenti, ciglioni, muretti a secco), sia in quelle di pianura (crescita delle superfici destinate a usi non agricoli e a infrastrutture). In tutti i casi, l'incremento della meccanizzazione e della specializzazione e la scomparsa della struttura poderale mezzadrile hanno comportato una spinta banalizzazione del paesaggio (dal punto di vista estetico-percettivo), una perdita di biodiversità e un netto peggioramento dei fenomeni erosivi. Negli ultimi decenni, tuttavia, a livello culturale e politico, si va registrando una nuova attenzione verso il paesaggio e verso l’individuazione di strumenti di gestione finalizzati alla sua valorizzazione, nella convinzione che la cura del territorio e dei suoi caratteri peculiari (naturali e culturali) risulta indispensabile per innescare/sostenere un processo di sviluppo sostenibile. Con l’intento di superare l'ottica di conservazione ambientale (tipica del vecchio approccio urbanistico), nel volume è stato adottato un approccio conoscitivo e normativo di tipo sistemico/multidimensionale, sperimentando metodologie di analisi del paesaggio mutuate da ambiti disciplinari diversi. Il lavoro è così articolato. Il capitolo 1 definisce il quadro teorico di riferimento, costruito sui concetti di sviluppo sostenibile e su quello di agricoltura multifunzionale, che hanno costituito la chiave interpretativa dell'evoluzione del quadro normativo per la conservazione e la gestione dei paesaggi. In particolare, sono state analizzate le specifiche Convenzioni e Strategie internazionali ed europee ed è stato illustrato il dibattito che, a partire dalla riforma MacSharry, si è sviluppato intorno alle azioni da implementare nell’ambito della Politica Agraria Comunitaria (PAC), in riferimento a obiettivi di sostenibilità dello sviluppo. In questo contesto, sono stati esaminati i provvedimenti che, in misura maggiore, hanno contribuito alla promozione di un modello di agricoltura multifunzionale e sostenibile, mediante la remunerazione di alcune esternalità ambientali positive dell’attività produttiva (tra le quali la produzione di paesaggio): il Reg. (CEE) n. 2078/92, relativo ai "metodi di produzione agricola compatibili con le esigenze di protezione dell'ambiente e con la cura dello spazio rurale", e il Reg. (CEE) n. 2080/92 che istituiva un "regime comunitario di aiuti alle misure forestali nel settore agricolo", confluiti, poi, nelle misure agro-ambientali, disciplinate dal Reg. (CE) n. 1257/99, finalizzate a promuovere forme di conduzione dei terreni agricoli compatibili con la tutela e il miglioramento dell’ambiente, del paesaggio e delle sue caratteristiche, delle risorse naturali, del suolo e della biodiversità. Nel capitolo 2, invece, sono stati analizzati gli strumenti di gestione e di pianificazione del paesaggio, definiti a livello regionale, per verificare la coerenza esistente tra le misure attivate nei diversi contesti politico-normativi. In particolare, per la normativa relativa al governo del territorio, sono state analizzate le funzioni svolte dai diversi enti coinvolti e le disposizioni previste dai Piani più rilevanti per la gestione del paesaggio agrario ed è stata condotta un'indagine, mediante la somministrazione di questionari a testimoni privilegiati, per verificare il coordinamento esistente tra le diverse istituzioni. Per le politiche agricole, invece, sono state esaminate le modalità di applicazione e il livello di attuazione del Reg. (CEE) n. 2078/92, da parte della Regione Marche, con l’approvazione del Programma Zonale Pluriennale Regionale del 1993 e con il Piano di Sviluppo Rurale per il periodo 2000-2006 (misure F e H). Le misure paesaggistiche della politica agraria regionale sono state oggetto di ulteriori approfondimenti, attraverso un'analisi di tipo paesaggistico (capitolo 3) e mediante l'applicazione del metodo della valutazione contingente del paesaggio rurale marchigiano (capitolo 4). Nel primo caso, sono state individuate una serie di aree omogenee (unità di paesaggio) per caratteristiche geomorfologiche, vegetazionali, culturali e per il loro valore intrinseco nel “sistema paesaggio” del Montefeltro. A tali unità, è stato attribuito un valore specifico e, in adeguamento alle disposizioni in materia di paesaggio introdotte dal Codice per i beni culturali e il paesaggio del 2004, sono stati definiti gli obiettivi da perseguire, per ottenere la massima qualità paesaggistica e per fornire alcune indicazioni per orientare le misure paesaggistiche dei successivi Piani di Sviluppo Rurale. Attraverso l'applicazione del metodo della valutazione contingente, invece, è stata verificata la desiderabilità sociale delle misure agroambientali a favore del paesaggio. In particolare, attraverso questionari somministrati a un campione di residenti nella Regione Marche, sono state stimate le preferenze relative a specifici elementi paesaggistici e all'effetto delle diverse misure paesaggistiche e, successivamente, è stata valutata la loro disponibilità a pagare maggiori imposte per sostenere alcuni interventi di mantenimento/cura del paesaggio, attuati dagli agricoltori. Le indicazioni ottenute dall'analisi hanno fornito utili spunti di riflessione sulla valutazione delle misure di politica agraria finalizzate alla remunerazione delle funzioni ambientali delle aziende e sulla loro integrazione nell’impianto generale della PAC. In particolare, l'analisi paesaggistica e la definizione del valore economico (oltre che ambientale e culturale) attribuito dalla collettività al paesaggio hanno evidenziato la necessità di perseguire una maggiore efficacia degli interventi regionali di gestione e di pianificazione del paesaggio rurale, migliorando la comunicazione e la trasparenza delle politiche europee, aumentando il coordinamento tra le istituzioni coinvolte nella definizione delle regole, finanziando particolari misure finalizzate alla conservazione del paesaggio, adeguandole ai caratteri specifici del territorio marchigiano. Tutto ciò richiede alle amministrazioni pubbliche lo sviluppo di nuove competenze e di nuove capacità organizzative, nonché la realizzazione di studi specifici (con ampie rilevazioni di dati) circa le relazioni esistenti tra attività produttive e costi/benefici ambientali e sulle pratiche più (o meno) adeguate per conseguire obiettivi di valorizzazione del territorio. Ciò consentirebbe di pervenire anche alla creazione di un sistema di indicatori di efficacia ambientale, basato, come suggerito dalla Commissione delle Comunità Europee, sulla differenziazione spaziale delle informazioni, al fine di superare le attuali carenze di tipo analitico e instaurare un processo di valutazione continua dei risultati applicativi dei piani agro-ambientali. A questo proposito, il paesaggio stesso potrebbe rappresentare un indicatore dell'equilibrio tra attività agricola e relativo ecosistema, in quanto la semplice descrizione delle diverse tipologie di paesaggio consentirebbe di valutare la ricchezza degli ecosistemi e, allo stesso tempo, individuare le zone più vulnerabili e, quindi, più bisognose di interventi ad hoc.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.