Tra le varie discipline interessate (Chimica, Mineralogia, Petrografia, Geologia applicata, Fisica applicata, Biologia, Matematica, ecc.) il ruolo della Chimica, in quanto scienza che studia le pro- prietà e la natura delle sostanze che costituiscono la materia e i relativi fenomeni chimici, è certamente fondamentale. Tale ruolo riveste una grande importanza nella trasmissione di adeguate conoscenze a coloro che si occupano e si occuperanno di studio, manutenzione, conservazione e restauro dei Beni Culturali. Salvaguardare un’opera d’arte significa garantirne l’esistenza materiale e di questo aspetto appunto si occupano il chimico, il fisico e il biologo, ecc. in stretto contatto con restauratori e con- servatori, le cui competenze devono comunque integrarsi con quelle dell’archeologo, dell’architetto e dello storico d’arte, allo scopo di conservare il contenuto espressivo originale del manufatto, senza del quale la materia sarebbe priva di significato. Dalle discipline scientifiche possono scaturire tutte quelle indicazioni utili a conoscere in maggior dettaglio composizione, provenienza dei materiali impiegati, tecniche di lavorazione, tecniche ese- cutive, nonché a prolungare l’esistenza delle opere d’arte attraverso l’individuazione di cause e processi di degrado, di idonei prodotti per il restauro e di adeguati metodi di intervento. A questo proposito, si pensi che la produzione di un manufatto di interesse storico-archeologico può avvenire, oltre che per semplice lavorazione meccanica come nel caso delle pietre per usi architettonici o decorativi, attraverso complesse lavorazioni che implicano notevoli modificazioni di tipo chimico-fisico. Si fa riferimento, in particolare, ai cosiddetti materiali litici artificiali (intonaci, malte e leganti, metalli, ceramiche-laterizi, vetri, ecc.). Oppure si pensi alle opere d’arte policrome la cui realizzazione implica l’utilizzo di supporti di varia natura (legno, tessuto, pietra, cera- mica,carta, ecc), di materiali pittorici (pigmenti e leganti), di tecniche esecutive specifiche e la cui conservazione è imprescindibile da una profonda conoscenza scientifica. Occorre ricordare che la conservazione di manufatti e materiali, di qualunque tipo, è funzione di trasformazioni (anche, e soprattutto, chimiche) che intervengono, per cause diverse, con il passare del tempo. Il patrimonio culturale di ogni Paese, a parte alcune eccezioni, si trova in una fase di accelerato degrado sia per processi alterativi naturali succedutisi nel tempo, sia per quelli antropici introdotti dall’uomo con l’avvento della società industriale, sia per errati restauri effettuati. I danni provocati alle opere d’arte dall’inquinamento e dall’incuria, sommandosi agli effetti del tempo, rendono sempre più necessari studi preliminari approfonditi che possano garantire inter- venti conservativi o di restauro adeguati in modo da restituire ai manufatti, per quanto possibile, il loro aspetto originario e preservarli da futuri fenomeni di degrado. Il notevole sviluppo della scienza nel XX secolo ha messo a disposizione nuovi metodi d’indagine che permettono una più precisa conoscenza dei materiali costitutivi e dei problemi che essi pre- sentano: diventa quindi possibile fare, attraverso una serie di analisi scientifiche mirate, una vera e propria “carta d’identità” del manufatto, una “diagnosi” del suo stato di salute e una “prognosi” che contempli operazioni di manutenzione e restauro. Le varie metodologie di indagine permettono quindi di svolgere un’attenta analisi delle caratteristiche del materiale utilizzato, della sua provenienza, accertando al tempo stesso lo stato di degrado dell’opera al fine di conoscere le trasformazioni subite dai materiali a contatto con l’ambiente, in funzione del tempo, dell’uso o per cause accidentali. In definitiva per affrontare problematiche materiche e conservative in modo adeguato è di fondamentale importanza acquisire un ampio bagaglio di conoscenze scientifiche ed essere in grado di collegarle a quell’insieme di informazioni, nozioni, discussioni e concetti che si possono ottenere solo attraverso una lettura critica di casi studio e di esperienze lavorative.

Cultural heritage’s chemistry: construction materials and diagnostic techniques

AMADORI, MARIA LETIZIA
2012

Abstract

Tra le varie discipline interessate (Chimica, Mineralogia, Petrografia, Geologia applicata, Fisica applicata, Biologia, Matematica, ecc.) il ruolo della Chimica, in quanto scienza che studia le pro- prietà e la natura delle sostanze che costituiscono la materia e i relativi fenomeni chimici, è certamente fondamentale. Tale ruolo riveste una grande importanza nella trasmissione di adeguate conoscenze a coloro che si occupano e si occuperanno di studio, manutenzione, conservazione e restauro dei Beni Culturali. Salvaguardare un’opera d’arte significa garantirne l’esistenza materiale e di questo aspetto appunto si occupano il chimico, il fisico e il biologo, ecc. in stretto contatto con restauratori e con- servatori, le cui competenze devono comunque integrarsi con quelle dell’archeologo, dell’architetto e dello storico d’arte, allo scopo di conservare il contenuto espressivo originale del manufatto, senza del quale la materia sarebbe priva di significato. Dalle discipline scientifiche possono scaturire tutte quelle indicazioni utili a conoscere in maggior dettaglio composizione, provenienza dei materiali impiegati, tecniche di lavorazione, tecniche ese- cutive, nonché a prolungare l’esistenza delle opere d’arte attraverso l’individuazione di cause e processi di degrado, di idonei prodotti per il restauro e di adeguati metodi di intervento. A questo proposito, si pensi che la produzione di un manufatto di interesse storico-archeologico può avvenire, oltre che per semplice lavorazione meccanica come nel caso delle pietre per usi architettonici o decorativi, attraverso complesse lavorazioni che implicano notevoli modificazioni di tipo chimico-fisico. Si fa riferimento, in particolare, ai cosiddetti materiali litici artificiali (intonaci, malte e leganti, metalli, ceramiche-laterizi, vetri, ecc.). Oppure si pensi alle opere d’arte policrome la cui realizzazione implica l’utilizzo di supporti di varia natura (legno, tessuto, pietra, cera- mica,carta, ecc), di materiali pittorici (pigmenti e leganti), di tecniche esecutive specifiche e la cui conservazione è imprescindibile da una profonda conoscenza scientifica. Occorre ricordare che la conservazione di manufatti e materiali, di qualunque tipo, è funzione di trasformazioni (anche, e soprattutto, chimiche) che intervengono, per cause diverse, con il passare del tempo. Il patrimonio culturale di ogni Paese, a parte alcune eccezioni, si trova in una fase di accelerato degrado sia per processi alterativi naturali succedutisi nel tempo, sia per quelli antropici introdotti dall’uomo con l’avvento della società industriale, sia per errati restauri effettuati. I danni provocati alle opere d’arte dall’inquinamento e dall’incuria, sommandosi agli effetti del tempo, rendono sempre più necessari studi preliminari approfonditi che possano garantire inter- venti conservativi o di restauro adeguati in modo da restituire ai manufatti, per quanto possibile, il loro aspetto originario e preservarli da futuri fenomeni di degrado. Il notevole sviluppo della scienza nel XX secolo ha messo a disposizione nuovi metodi d’indagine che permettono una più precisa conoscenza dei materiali costitutivi e dei problemi che essi pre- sentano: diventa quindi possibile fare, attraverso una serie di analisi scientifiche mirate, una vera e propria “carta d’identità” del manufatto, una “diagnosi” del suo stato di salute e una “prognosi” che contempli operazioni di manutenzione e restauro. Le varie metodologie di indagine permettono quindi di svolgere un’attenta analisi delle caratteristiche del materiale utilizzato, della sua provenienza, accertando al tempo stesso lo stato di degrado dell’opera al fine di conoscere le trasformazioni subite dai materiali a contatto con l’ambiente, in funzione del tempo, dell’uso o per cause accidentali. In definitiva per affrontare problematiche materiche e conservative in modo adeguato è di fondamentale importanza acquisire un ampio bagaglio di conoscenze scientifiche ed essere in grado di collegarle a quell’insieme di informazioni, nozioni, discussioni e concetti che si possono ottenere solo attraverso una lettura critica di casi studio e di esperienze lavorative.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2533408
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