Il problema del rilievo e della sua rappresentazione nel restauro e nella conservazione assume via via maggiore peso se visto innanzitutto come mezzo di indagine e come organizzazione di informazioni, per la conoscenza di un organismo architettonico o di un sito archeologico. Il primo livello di conoscenza è senza dubbio di tipo metrico e quindi lo scopo consiste nel quantificare i dati in un determinato spazio. Una volta acquisiti i dati questi possono essere, convenientemente usati da altre discipline, come supporto ad altre informazioni ad esempio di tipo qualitativo, storico-tipologiche, ecc.; come base per la gestione, con opportuni strumenti, dell’attività di tutela e di pianificazione degli interventi. In quest’ottica il rilievo e la rappresentazione dei manufatti sia sotto il profilo metodologico, che sotto quello strumentale cerca di riportare in primo piano un’attività che investe oggi diversi operatori (geometri, architetti, ingegneri, informatici, storici, ecc.) e che deve comunque trovare modalità di lettura comuni attraverso colici, simboli, segni grafici inequivocabili. Si parte quindi da una definizione di rilievo di ordine generale dove viene introdotto il concetto di relazione tra rappresentazione e contenuto. Rilievo “come disciplina che si avvale di tutte le scienze e di tutte le tecniche che possono contribuire alla lettura, alla misurazione, alle analisi degli oggetti nei suoi aspetti morfologici, materici, strutturali, palesi e nascoste.” In questa attività di ricerca complessiva (storica, iconografica, bibliografica, ecc.) il rilievo appare quindi come “sistema aperto di conoscenze” dal particolare dei singoli elementi al complesso dell’organismo analizzato in costante relazione con il contesto ambientale. Si illustrano le diverse tecniche di rilievo con l’obiettivo di pervenire ad una rappresentazione corretta oltre che metricamente esatta del bene considerato sottolineando il problema della qualità e della verificabilità del rilievo sia sotto l’aspetto della lettura e della interpretazione dell’oggetto, sia sotto l’aspetto della misurazione, sia infine sotto quello della rappresentazione. Il rilievo deve essere configurato come un insieme di tecniche differenziate e organicamente collegate. L’organizzazione del rilevamento deve avvenire per fasi, con operazioni che vanno dal generale al particolare, cioè dalle misure di inquadramento alle misure di dettaglio. La definizione nella restituzione degli oggetti, in questo modo, può essere direttamente relazionata all’approfondimento di diverse metodiche. Si indicano, in modo sintetico, alcuni metodi di rilevamento che potranno essere utilizzati singolarmente o in modo integrato, sempre a seconda dello scopo che l’attività di rilevamento si prefigge e dell’accuratezza del lavoro da effettuare. Il rilievo topografico ha lo scopo di determinare l’impalcatura geometrica di riferimento ai rilievi di dettaglio (fotogrammetria, laser scanner e longimetria), assicurando le precisioni fissate in sede di programmazione del rilievo stesso. Il rilievo fotogrammetrico permette la costruzione di modelli tridimensionali dell’oggetto, a partire da coppie di fotogrammi stereoscopici, utili alla restituzione delle superficie dei volumi oltre ad una documentazione fedele ed esaustiva dello stato di fatto attraverso delle prese fotografiche e la determinazione di alcune misure d’appoggio. Nel rilievo architettonico, è a tutti noto, che quando l’oggetto da rilevare può essere considerato piano esistono tecniche che consentono l’esecuzione del rilievo disponendo di un’unica fotografia. La tecnica utilizzata viene chiamata raddrizzamento e consiste nel deformare l’immagine originaria in modo da eliminare gli effetti di non parallelismo tra il piano focale della camera e l’oggetto da rilevare. Il rilievo laser scanner consiste nell'acquisizione di dati metrici per mezzo di un apparato di rilevamento a raggi laser. Il sensore di scansione, montato su base motorizzata, opera secondo un range, in genere, orizzontale di 360° e verticale di 180°, registrando tutti i punti architettonici visibili (rispetto al centro di scansione), secondo un passo regolabile dall'utente. Come risultato si ottiene, infatti, una nuvola di punti tridimensionale che riproduce esattamente lo stato di fatto dell'oggetto analizzato, consentendo la successiva modellazione solida. La tecnica di rilevamento tramite laser a scansione sta avendo una sempre più larga diffusione nel settore del rilevamento. Infine non va dimenticato anche il rilievo longimetrico o rilevamento diretto con strumenti semplici che costituisce un’integrazione essenziale nelle diverse fasi di acquisizione dei dati e deve possedere requisiti qualitativi (precisioni) tali da consentirne l’omogeneità con i dati provenienti dalle altre metodiche. I risultati possono essere diversificati a seconda delle esigenze e dei metodi impiegati, ma lo scopo oggi giorno dovrà essere quello di fornire una “carta digitale del monumento” inserito nel suo contesto e in grado di essere una base su cui sviluppare, nell’ambito del restauro, diverse tematiche dal controllo e il monitoraggio delle trasformazioni a cui il manufatto è soggetto nel tempo; alla simulazione degli interventi basandosi su modelli tridimensionali e, se necessarie, su possibili ricostruzioni virtuali.
Survey and representation of architectural and archeological assets: a summary of methodologies and applications
BARATIN, LAURA
2012
Abstract
Il problema del rilievo e della sua rappresentazione nel restauro e nella conservazione assume via via maggiore peso se visto innanzitutto come mezzo di indagine e come organizzazione di informazioni, per la conoscenza di un organismo architettonico o di un sito archeologico. Il primo livello di conoscenza è senza dubbio di tipo metrico e quindi lo scopo consiste nel quantificare i dati in un determinato spazio. Una volta acquisiti i dati questi possono essere, convenientemente usati da altre discipline, come supporto ad altre informazioni ad esempio di tipo qualitativo, storico-tipologiche, ecc.; come base per la gestione, con opportuni strumenti, dell’attività di tutela e di pianificazione degli interventi. In quest’ottica il rilievo e la rappresentazione dei manufatti sia sotto il profilo metodologico, che sotto quello strumentale cerca di riportare in primo piano un’attività che investe oggi diversi operatori (geometri, architetti, ingegneri, informatici, storici, ecc.) e che deve comunque trovare modalità di lettura comuni attraverso colici, simboli, segni grafici inequivocabili. Si parte quindi da una definizione di rilievo di ordine generale dove viene introdotto il concetto di relazione tra rappresentazione e contenuto. Rilievo “come disciplina che si avvale di tutte le scienze e di tutte le tecniche che possono contribuire alla lettura, alla misurazione, alle analisi degli oggetti nei suoi aspetti morfologici, materici, strutturali, palesi e nascoste.” In questa attività di ricerca complessiva (storica, iconografica, bibliografica, ecc.) il rilievo appare quindi come “sistema aperto di conoscenze” dal particolare dei singoli elementi al complesso dell’organismo analizzato in costante relazione con il contesto ambientale. Si illustrano le diverse tecniche di rilievo con l’obiettivo di pervenire ad una rappresentazione corretta oltre che metricamente esatta del bene considerato sottolineando il problema della qualità e della verificabilità del rilievo sia sotto l’aspetto della lettura e della interpretazione dell’oggetto, sia sotto l’aspetto della misurazione, sia infine sotto quello della rappresentazione. Il rilievo deve essere configurato come un insieme di tecniche differenziate e organicamente collegate. L’organizzazione del rilevamento deve avvenire per fasi, con operazioni che vanno dal generale al particolare, cioè dalle misure di inquadramento alle misure di dettaglio. La definizione nella restituzione degli oggetti, in questo modo, può essere direttamente relazionata all’approfondimento di diverse metodiche. Si indicano, in modo sintetico, alcuni metodi di rilevamento che potranno essere utilizzati singolarmente o in modo integrato, sempre a seconda dello scopo che l’attività di rilevamento si prefigge e dell’accuratezza del lavoro da effettuare. Il rilievo topografico ha lo scopo di determinare l’impalcatura geometrica di riferimento ai rilievi di dettaglio (fotogrammetria, laser scanner e longimetria), assicurando le precisioni fissate in sede di programmazione del rilievo stesso. Il rilievo fotogrammetrico permette la costruzione di modelli tridimensionali dell’oggetto, a partire da coppie di fotogrammi stereoscopici, utili alla restituzione delle superficie dei volumi oltre ad una documentazione fedele ed esaustiva dello stato di fatto attraverso delle prese fotografiche e la determinazione di alcune misure d’appoggio. Nel rilievo architettonico, è a tutti noto, che quando l’oggetto da rilevare può essere considerato piano esistono tecniche che consentono l’esecuzione del rilievo disponendo di un’unica fotografia. La tecnica utilizzata viene chiamata raddrizzamento e consiste nel deformare l’immagine originaria in modo da eliminare gli effetti di non parallelismo tra il piano focale della camera e l’oggetto da rilevare. Il rilievo laser scanner consiste nell'acquisizione di dati metrici per mezzo di un apparato di rilevamento a raggi laser. Il sensore di scansione, montato su base motorizzata, opera secondo un range, in genere, orizzontale di 360° e verticale di 180°, registrando tutti i punti architettonici visibili (rispetto al centro di scansione), secondo un passo regolabile dall'utente. Come risultato si ottiene, infatti, una nuvola di punti tridimensionale che riproduce esattamente lo stato di fatto dell'oggetto analizzato, consentendo la successiva modellazione solida. La tecnica di rilevamento tramite laser a scansione sta avendo una sempre più larga diffusione nel settore del rilevamento. Infine non va dimenticato anche il rilievo longimetrico o rilevamento diretto con strumenti semplici che costituisce un’integrazione essenziale nelle diverse fasi di acquisizione dei dati e deve possedere requisiti qualitativi (precisioni) tali da consentirne l’omogeneità con i dati provenienti dalle altre metodiche. I risultati possono essere diversificati a seconda delle esigenze e dei metodi impiegati, ma lo scopo oggi giorno dovrà essere quello di fornire una “carta digitale del monumento” inserito nel suo contesto e in grado di essere una base su cui sviluppare, nell’ambito del restauro, diverse tematiche dal controllo e il monitoraggio delle trasformazioni a cui il manufatto è soggetto nel tempo; alla simulazione degli interventi basandosi su modelli tridimensionali e, se necessarie, su possibili ricostruzioni virtuali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.