Il noir è una stagione conclusa del cinema di Hollywood. Il noir è un sottogenere letterario senza tempo. Il noir è puro business. Il noir è ciò di cui sono fatti i sogni, anzi no, gli incubi. Il noir è solo un’etichetta senza significato. Il noir è urbano, metropolitano, pietra miliare del moderno. Il noir è misogino. Il noir è global. Il noir è prodotto di consumo di massa. Il noir parla alle coscienze. Il noir è morto. Il noir è vivo ed è un fenomeno culturale intramontabile. Tutto vero. Possibile? Ne riflettono insieme studiosi di filmologia e di letteratura, in un intenso dialogo interdisciplinare che attraversa le geografie e le epoche storiche, le lingue e le culture, i media e i canoni. La prima parte, dedicata al cinema, rende omaggio a due dei massimi registi che hanno plasmato l’identità del noir – Orson Welles e Alfred Hitchcock – e avanza nuove interpretazioni e riletture dei suoi aspetti più discussi, dall’onirismo al taglio d’immagine alla rappresentazione dell’oscurità. La seconda parte, dedicata alla letteratura, delinea una topografia noir che esce dai confini tradizionali e ignora le categorie di centro e di margine, includendo il tartan noir scozzese e il true crime italiano, e spingendosi nel cuore dell’Europa centrale, nel mondo arabo, fino all’India e alla Cina. A dimostrare che il noir è tutto quello che si è detto, e molto altro ancora: una realtà dinamica e multiculturale, un arcobaleno di sfumature, un’esperienza nomade.

Il noir c'è

CALANCHI, ALESSANDRA
2014

Abstract

Il noir è una stagione conclusa del cinema di Hollywood. Il noir è un sottogenere letterario senza tempo. Il noir è puro business. Il noir è ciò di cui sono fatti i sogni, anzi no, gli incubi. Il noir è solo un’etichetta senza significato. Il noir è urbano, metropolitano, pietra miliare del moderno. Il noir è misogino. Il noir è global. Il noir è prodotto di consumo di massa. Il noir parla alle coscienze. Il noir è morto. Il noir è vivo ed è un fenomeno culturale intramontabile. Tutto vero. Possibile? Ne riflettono insieme studiosi di filmologia e di letteratura, in un intenso dialogo interdisciplinare che attraversa le geografie e le epoche storiche, le lingue e le culture, i media e i canoni. La prima parte, dedicata al cinema, rende omaggio a due dei massimi registi che hanno plasmato l’identità del noir – Orson Welles e Alfred Hitchcock – e avanza nuove interpretazioni e riletture dei suoi aspetti più discussi, dall’onirismo al taglio d’immagine alla rappresentazione dell’oscurità. La seconda parte, dedicata alla letteratura, delinea una topografia noir che esce dai confini tradizionali e ignora le categorie di centro e di margine, includendo il tartan noir scozzese e il true crime italiano, e spingendosi nel cuore dell’Europa centrale, nel mondo arabo, fino all’India e alla Cina. A dimostrare che il noir è tutto quello che si è detto, e molto altro ancora: una realtà dinamica e multiculturale, un arcobaleno di sfumature, un’esperienza nomade.
2014
9788895227962
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2595179
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