Il riuso cinematografico dell'antico implica sempre una ricodifica non solo delle forme, ma anche dei contenuti dei testi di partenza. Questo è riscontrabile anche in film apparentemente piuttosto fedeli ai testi antichi di riferimento, ma che in realtà, grazie soprattutto all'autoreferenzialità e alla specificità del linguaggio cinematografico, diventano prodotti culturali fortemente legati all'epoca e ai contesti in cui sono stati realizzati. Questo vale tanto per film ispirati, ad esempio, ai poemi omerici, come il corto odissiaco di Mèliès o 'O Brother Where Art Thou' dei fratelli Coen, quanto per film direttamente collegati a fonti storiografiche, come 'Cabiria' di Pastrone o 'Scipione l'Africano' di Gallone.I grandi testi dell’antichità classica, grazie anche all’enorme potere espressivo del cinema, assumono sempre di più un volto contemporaneo, mentre narrazioni impensabili se non nella contemporaneità, come quelle cinematografiche, conservano ancora saldamente un cuore antico. La bellezza e la forza dei testi classici resiste non solo al tempo, ma anche a quei movimenti culturali che qualche volta vorrebbero cancellarla. L’antichità si rifà il trucco restando al passo coi tempi, come Proteo muta le proprie forme, si reincarna continuamente nella letteratura, nell’arte, nel cinema, nel web. Conservare e rispettare l’enorme patrimonio di cultura, di scienza e di pensiero che essa ci ha consegnato non è dunque soltanto un esercizio antiquario, ma anche (e forse soprattutto) uno dei modi più efficaci per non perdere il contatto con la nostra storia, per capire e raccontare il nostro tempo.

Il 're-make up' dei classici nell'intervallo tra le cose del cinema

DANESE, ROBERTO MARIO
2014

Abstract

Il riuso cinematografico dell'antico implica sempre una ricodifica non solo delle forme, ma anche dei contenuti dei testi di partenza. Questo è riscontrabile anche in film apparentemente piuttosto fedeli ai testi antichi di riferimento, ma che in realtà, grazie soprattutto all'autoreferenzialità e alla specificità del linguaggio cinematografico, diventano prodotti culturali fortemente legati all'epoca e ai contesti in cui sono stati realizzati. Questo vale tanto per film ispirati, ad esempio, ai poemi omerici, come il corto odissiaco di Mèliès o 'O Brother Where Art Thou' dei fratelli Coen, quanto per film direttamente collegati a fonti storiografiche, come 'Cabiria' di Pastrone o 'Scipione l'Africano' di Gallone.I grandi testi dell’antichità classica, grazie anche all’enorme potere espressivo del cinema, assumono sempre di più un volto contemporaneo, mentre narrazioni impensabili se non nella contemporaneità, come quelle cinematografiche, conservano ancora saldamente un cuore antico. La bellezza e la forza dei testi classici resiste non solo al tempo, ma anche a quei movimenti culturali che qualche volta vorrebbero cancellarla. L’antichità si rifà il trucco restando al passo coi tempi, come Proteo muta le proprie forme, si reincarna continuamente nella letteratura, nell’arte, nel cinema, nel web. Conservare e rispettare l’enorme patrimonio di cultura, di scienza e di pensiero che essa ci ha consegnato non è dunque soltanto un esercizio antiquario, ma anche (e forse soprattutto) uno dei modi più efficaci per non perdere il contatto con la nostra storia, per capire e raccontare il nostro tempo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2604984
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