La rappresentazione del pensiero dei personaggi nelle Elleniche e nella Ciropedia di Senofonte

La rappresentazione dei pensieri dei personaggi di una narrazione costituisce sempre una deroga rispetto alla verisimiglianza dei limiti cognitivi posti dalle condizioni del mondo reale e come tale si pone sul confine tra fattualità e finzionalità; essa costituisce d’altra parte una necessità in termini di causalità e motivazione storica, nella misura in cui non può esistere narrazione storica a prescindere dall’intreccio di pensieri, intenzioni etc. che costituisce la controparte non visibile dell’azione palese dei personaggi. Superando quelli che nell’ottica dei moderni sono sentiti come limiti invalicabili per il racconto storico, nelle Elleniche e nella Ciropedia Senofonte fa ampio ricorso alla facoltà di accesso all’interiorità dei personaggi, ma senza violare troppo vistosamente la verisimiglianza cognitiva nella rappresentazione della loro attività psichica. Il minor rigore con il quale tali limiti sono rispettati nella Ciropedia costituisce tuttavia un implicito riconoscimento da parte dell’autore del carattere largamente finzionale di quest’opera.