Con la fine del Ventesimo secolo e l'inizio del nuovo Millennio si apre per Italia - in linea con le grandi trasformazioni europee successive alla caduta del Muro di Berlino - un'inedita stagione di politica economica, istituzionale e sociale che vede nella crescente flessibilità del rapporto lavorativo e nella deregolamentazione del mercato del lavoro l'architrave della nuova politica economica europea a cui affidare il compito (sperato) di riavviare il motore della crescita economica. In questo lavoro si mostra che in Italia la maggiore flessibilità del lavoro è stata sovente percepita da un'ampia fetta del sistema imprenditoriale italiano come il sostituto della flessibilità del cambio persa con l'adozione dell'euro, scaricando nel costo del lavoro (svalutazione interna) le mancate tensioni delle imprese per il rinnovamento dei processi produttivi, dei prodotti e dei servizi; e procrastinando così ad un futuro indeterminato gli investimenti in nuovi beni strumentali (tangibili e intangibili), ovvero tralasciando gli unici interventi strutturali e strategici necessari per rilanciare nel lungo periodo i salari e la competitività
Modelli contrattuali, produttività, retribuzioni
TRAVAGLINI, GIUSEPPE
2015
Abstract
Con la fine del Ventesimo secolo e l'inizio del nuovo Millennio si apre per Italia - in linea con le grandi trasformazioni europee successive alla caduta del Muro di Berlino - un'inedita stagione di politica economica, istituzionale e sociale che vede nella crescente flessibilità del rapporto lavorativo e nella deregolamentazione del mercato del lavoro l'architrave della nuova politica economica europea a cui affidare il compito (sperato) di riavviare il motore della crescita economica. In questo lavoro si mostra che in Italia la maggiore flessibilità del lavoro è stata sovente percepita da un'ampia fetta del sistema imprenditoriale italiano come il sostituto della flessibilità del cambio persa con l'adozione dell'euro, scaricando nel costo del lavoro (svalutazione interna) le mancate tensioni delle imprese per il rinnovamento dei processi produttivi, dei prodotti e dei servizi; e procrastinando così ad un futuro indeterminato gli investimenti in nuovi beni strumentali (tangibili e intangibili), ovvero tralasciando gli unici interventi strutturali e strategici necessari per rilanciare nel lungo periodo i salari e la competitivitàI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.