Il contributo prende dapprima in analisi le diverse fasi del confronto con le opere machiavelliane condotto da Vilfredo Pareto nell’arco di circa venti anni. Si mostra così come Machiavelli, presentato da principio soprattutto come irriverente autore della Mandragola, divenga con il Trattato di sociologia generale lo scienziato sociale che «come aquila vola sulla moltitudine degli storici etici» e il predecessore autorevole per tesi e snodi teorici fondamentali nel pensiero paretiano: separazione tra politica ed etica, fondamento antropologico della relazione di potere, opzione marcatamente conflittualistica, tipizzazione degli stili di governo (“volpi” e “leoni”). La rilettura degli scritti posteriori al Trattato mostra poi due ulteriori esiti di questa appropriazione del Fiorentino: da un lato, un realismo politico che, contrastando gli ideali di pace e democrazia proclamati dalle potenze vittoriose nella guerra mondiale, sa mostrarsi comunque attento a una futura limitazione del conflitto tra nazioni, dall’altro, con l’ascesa del fascismo, la declinazione del principio oligarchico a sostegno di un Mussolini identificato come possibile incarnazione del Principe nuovo. Successivamente, l’attenzione si sposta sulle voci più significative del dibattito novecentesco intorno alla presenza di Machiavelli nel pensiero paretiano. Sono in tal modo individuate due opposte posizioni: la sostanziale liquidazione di Pareto come teorico di un totalitarismo spietato che si vorrebbe già espresso in nuce nel Principe e nei Discorsi e la lettura, oggi largamente prevalente, di chi invece ascrive il sociologo a un machiavellismo fatto matrice del liberalismo occidentale. Se il primo punto di vista trovava spiegazione principalmente nell’opposizione politica e ideologica ai fascismi, il secondo non rende conto dell’insistenza con cui l’autore del Trattato ha ribadito il proprio elitismo e, per di più, sottintende l’antistorico ritratto di un Machiavelli che anticiperebbe le concezioni di libertà e di democrazia così come sono oggi comunemente intese. The first section of the contribution analyzes the different phases of the twenty years long confrontation of Vilfredo Pareto with Machiavelli's works. It shows that Machiavelli, at the beginning presented above all as the irreverent author of the "Mandragola", in the "Treatise on General Sociology General" appears as the social scientist who «like eagle flies over the multitude of ethical historians» and the authoritative predecessor for theses and theoretical articulations that are fundamental in Paretian thought: the separation between politics and ethics, the anthropological foundation of power relations, the pronounced conflictualism, the typification of styles of governance ("foxes" and "lions"). Then, through the rereading of the writings following the "Treatise", the contribution highlights two further outcomes of the Paretian appropriation of Machiavelli: on the one hand, a vision inspired by political realism, which stands against the ideals of peace and democracy proclaimed by the victorious powers in the World War, though attentive to future limitations of the conflicts between nations, on the other hand, after the rise of Italian fascism, on the other hand, with the rise of fascism, the declination of the oligarchic principle in support of Mussolini (identified as a possible incarnation of the new Prince). The final section is focused on the most significant opinions in the twentieth-century debate on the presence of Machiavelli in Paretian thought. Two opposing positions are thus identified: 1. the substantial liquidation of Pareto as a theorist of a ruthless totalitarianism that would already be expressed in nuce in the "Prince" and in the "Discourses"; 2, the now largely prevalent reading which ascribes Pareto to a Machiavellism which is conceived as a fundamental aspect of the Western liberalism. While the first point of view ban be explained mainly by the political and ideological opposition to fascism, the second one does not take into account the insistence with which the author of the "Treatise" reaffirmed his elitism and, moreover, implies the anti-historical portrait of Machiavelli as a thinker who would anticipate the concepts of freedom and democracy as they are commonly understood in our times.

"Come aquila vola". Vilfredo Pareto, Machiavelli e i machiavellismi

SUSCA, EMANUELA
2015

Abstract

Il contributo prende dapprima in analisi le diverse fasi del confronto con le opere machiavelliane condotto da Vilfredo Pareto nell’arco di circa venti anni. Si mostra così come Machiavelli, presentato da principio soprattutto come irriverente autore della Mandragola, divenga con il Trattato di sociologia generale lo scienziato sociale che «come aquila vola sulla moltitudine degli storici etici» e il predecessore autorevole per tesi e snodi teorici fondamentali nel pensiero paretiano: separazione tra politica ed etica, fondamento antropologico della relazione di potere, opzione marcatamente conflittualistica, tipizzazione degli stili di governo (“volpi” e “leoni”). La rilettura degli scritti posteriori al Trattato mostra poi due ulteriori esiti di questa appropriazione del Fiorentino: da un lato, un realismo politico che, contrastando gli ideali di pace e democrazia proclamati dalle potenze vittoriose nella guerra mondiale, sa mostrarsi comunque attento a una futura limitazione del conflitto tra nazioni, dall’altro, con l’ascesa del fascismo, la declinazione del principio oligarchico a sostegno di un Mussolini identificato come possibile incarnazione del Principe nuovo. Successivamente, l’attenzione si sposta sulle voci più significative del dibattito novecentesco intorno alla presenza di Machiavelli nel pensiero paretiano. Sono in tal modo individuate due opposte posizioni: la sostanziale liquidazione di Pareto come teorico di un totalitarismo spietato che si vorrebbe già espresso in nuce nel Principe e nei Discorsi e la lettura, oggi largamente prevalente, di chi invece ascrive il sociologo a un machiavellismo fatto matrice del liberalismo occidentale. Se il primo punto di vista trovava spiegazione principalmente nell’opposizione politica e ideologica ai fascismi, il secondo non rende conto dell’insistenza con cui l’autore del Trattato ha ribadito il proprio elitismo e, per di più, sottintende l’antistorico ritratto di un Machiavelli che anticiperebbe le concezioni di libertà e di democrazia così come sono oggi comunemente intese. The first section of the contribution analyzes the different phases of the twenty years long confrontation of Vilfredo Pareto with Machiavelli's works. It shows that Machiavelli, at the beginning presented above all as the irreverent author of the "Mandragola", in the "Treatise on General Sociology General" appears as the social scientist who «like eagle flies over the multitude of ethical historians» and the authoritative predecessor for theses and theoretical articulations that are fundamental in Paretian thought: the separation between politics and ethics, the anthropological foundation of power relations, the pronounced conflictualism, the typification of styles of governance ("foxes" and "lions"). Then, through the rereading of the writings following the "Treatise", the contribution highlights two further outcomes of the Paretian appropriation of Machiavelli: on the one hand, a vision inspired by political realism, which stands against the ideals of peace and democracy proclaimed by the victorious powers in the World War, though attentive to future limitations of the conflicts between nations, on the other hand, after the rise of Italian fascism, on the other hand, with the rise of fascism, the declination of the oligarchic principle in support of Mussolini (identified as a possible incarnation of the new Prince). The final section is focused on the most significant opinions in the twentieth-century debate on the presence of Machiavelli in Paretian thought. Two opposing positions are thus identified: 1. the substantial liquidation of Pareto as a theorist of a ruthless totalitarianism that would already be expressed in nuce in the "Prince" and in the "Discourses"; 2, the now largely prevalent reading which ascribes Pareto to a Machiavellism which is conceived as a fundamental aspect of the Western liberalism. While the first point of view ban be explained mainly by the political and ideological opposition to fascism, the second one does not take into account the insistence with which the author of the "Treatise" reaffirmed his elitism and, moreover, implies the anti-historical portrait of Machiavelli as a thinker who would anticipate the concepts of freedom and democracy as they are commonly understood in our times.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2631507
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