Dopo quasi 70 anni, la specificità territoriale del voto, in Italia, appare ridimensionata. Infatti, per la prima volta, in due elezioni successive, svolte a un anno di distanza, seppure di tipo diverso, si sono affermati partiti che hanno ottenuto risultati elettorali omogenei, su base nazionale. Alle elezioni politiche del 2013: si è imposto il M5s che ha prevalso, di poco, sul PD. E, in modo più netto, su tutte le altre formazioni politiche, a partire dal PDL di Silvio Berlusconi. Alle elezioni europee del 2014, invece, si è affermato il PD di Renzi. Entrambi i partiti, hanno, peraltro, fatto osservare una distribuzione del voto omogenea sul territorio nazionale. Da ciò la novità rispetto al passato. Perché dalle elezioni costituenti del 1946 e, dunque, dalle politiche del 1948, fino a quelle del 2008, per quanto sia cambiata l’offerta politica e l’orientamento di voto in Italia ha proposto una geografia coerente e riconoscibile. Caratterizzata da una “frattura” più evidente delle altre. Una specificità messa in luce, fin dagli anni Sessanta, dalle ricerche dell’Istituto Cattaneo. Ma l’impianto elettorale dei partiti che contano, fra il 2013 e il 2014, si è “nazionalizzato”. A differenza di quanto era avvenuto fino al 2008. E' probabile che il comportamento elettorale mantenga l’attuale fluidità e la trasmetta alla struttura territoriale del voto. Ma anche questa possibile evoluzione confermerebbe che le Italie del voto, come le abbiamo conosciute fino a ieri, sono un ricordo. Perché oggi l’Italia è una. Unita – e divisa – dall’antipolitica. Difficilmente ritroverà le sue regioni geopolitiche tradizionali. I suoi antichi colori.

Partiti e voto: dalle Italie all'Italia

DIAMANTI, ILVO
2015

Abstract

Dopo quasi 70 anni, la specificità territoriale del voto, in Italia, appare ridimensionata. Infatti, per la prima volta, in due elezioni successive, svolte a un anno di distanza, seppure di tipo diverso, si sono affermati partiti che hanno ottenuto risultati elettorali omogenei, su base nazionale. Alle elezioni politiche del 2013: si è imposto il M5s che ha prevalso, di poco, sul PD. E, in modo più netto, su tutte le altre formazioni politiche, a partire dal PDL di Silvio Berlusconi. Alle elezioni europee del 2014, invece, si è affermato il PD di Renzi. Entrambi i partiti, hanno, peraltro, fatto osservare una distribuzione del voto omogenea sul territorio nazionale. Da ciò la novità rispetto al passato. Perché dalle elezioni costituenti del 1946 e, dunque, dalle politiche del 1948, fino a quelle del 2008, per quanto sia cambiata l’offerta politica e l’orientamento di voto in Italia ha proposto una geografia coerente e riconoscibile. Caratterizzata da una “frattura” più evidente delle altre. Una specificità messa in luce, fin dagli anni Sessanta, dalle ricerche dell’Istituto Cattaneo. Ma l’impianto elettorale dei partiti che contano, fra il 2013 e il 2014, si è “nazionalizzato”. A differenza di quanto era avvenuto fino al 2008. E' probabile che il comportamento elettorale mantenga l’attuale fluidità e la trasmetta alla struttura territoriale del voto. Ma anche questa possibile evoluzione confermerebbe che le Italie del voto, come le abbiamo conosciute fino a ieri, sono un ricordo. Perché oggi l’Italia è una. Unita – e divisa – dall’antipolitica. Difficilmente ritroverà le sue regioni geopolitiche tradizionali. I suoi antichi colori.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2631557
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