L’articolo è una riflessione sul rapporto proporzionale, in termini di dimensioni, tra un’opera d’arte e lo spazio per il quale è stata concepita, una riflessione dunque sul contesto generativo di un’opera d’arte, in relazione ai fondamentali termini di committenza, luogo, funzione, finalità (intesa come messaggio da veicolare) ed effetto, portata avanti da un’angolazione diversa e poco frequentata. Chi decideva le dimensioni di un’opera? Su quali basi? In particolare, l’articolo si concentra sulla realizzazione di una scultura lignea nel Medioevo, sulla scelta del materiale (e dei suoi limiti proprio in relazione alla grandezza che si voleva raggiungere), sulle indicazioni delle misure esatte da parte del concepteur, sul calcolo delle ‘reali’ dimensioni delle figure sacre ecc. Il problema delle dimensioni di una scultura lignea è però legato soprattutto alla sua funzione, la quale può essere, di volta in volta: -iconico-rappresentativa (in questo caso le sculture possono essere anche molto grandi, come si vede, ad esempio, nel Volto Santo di Sansepolcro, di quasi 3 metri di altezza); -scenico-narrativa permanente (come nel caso dei gruppi, dove, di solito, si osservano dimensioni ‘credibili e convincenti’, di poco superiori al naturale, con una gerarchia dimensionale interna data dalla gerarchia tra i personaggi, per cui ad esempio, nelle Deposizioni, il Cristo è più alto degli altri personaggi, la Vergine è un poco più alta di S Giovanni Evangelista, entrambi più alti comunque di Nicodemo e Giuseppe di Arimatea); -funzione processionale (con sculture leggere e maneggevoli, dunque spesso più piccole del naturale).
Forma quantitate et qualitate diligentissime denotata: la scultura lignea medievale tra spazio e funzione
FACHECHI, GRAZIA MARIA
2016
Abstract
L’articolo è una riflessione sul rapporto proporzionale, in termini di dimensioni, tra un’opera d’arte e lo spazio per il quale è stata concepita, una riflessione dunque sul contesto generativo di un’opera d’arte, in relazione ai fondamentali termini di committenza, luogo, funzione, finalità (intesa come messaggio da veicolare) ed effetto, portata avanti da un’angolazione diversa e poco frequentata. Chi decideva le dimensioni di un’opera? Su quali basi? In particolare, l’articolo si concentra sulla realizzazione di una scultura lignea nel Medioevo, sulla scelta del materiale (e dei suoi limiti proprio in relazione alla grandezza che si voleva raggiungere), sulle indicazioni delle misure esatte da parte del concepteur, sul calcolo delle ‘reali’ dimensioni delle figure sacre ecc. Il problema delle dimensioni di una scultura lignea è però legato soprattutto alla sua funzione, la quale può essere, di volta in volta: -iconico-rappresentativa (in questo caso le sculture possono essere anche molto grandi, come si vede, ad esempio, nel Volto Santo di Sansepolcro, di quasi 3 metri di altezza); -scenico-narrativa permanente (come nel caso dei gruppi, dove, di solito, si osservano dimensioni ‘credibili e convincenti’, di poco superiori al naturale, con una gerarchia dimensionale interna data dalla gerarchia tra i personaggi, per cui ad esempio, nelle Deposizioni, il Cristo è più alto degli altri personaggi, la Vergine è un poco più alta di S Giovanni Evangelista, entrambi più alti comunque di Nicodemo e Giuseppe di Arimatea); -funzione processionale (con sculture leggere e maneggevoli, dunque spesso più piccole del naturale).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.