Il lavoro che qui si presenta illustra i risultati di un’indagine pilota condotta sulla coorte di matricole del corso di laurea in Scienze Motorie dell’Università di Urbino Carlo Bo in merito alla conoscenza di alcune fondamentali questioni riguardanti l’alimentazione, la produzione di alimenti e l’atteggiamento dei soggetti nei riguardi delle diverse pratiche agroalimentari. Dopo aver consultato la letteratura di riferimento sull'argomento ed essersi confrontati con esperti del settore, si è passati a costruire un questionario strutturato cartaceo che, preventivamente testato, è stato somministrato. I rispondenti, nonostante l’inevitabile presenza di un intuibile “rumore” da compilazione casuale, si dichiarano, nella quasi totalità, consapevoli di cosa siano alimentazione e alimenti, ma tali certezze vengono meno quando il quesito investiga conoscenze maggiormente specifiche quali quelle legate alle funzioni biologiche dei nutrienti. L’alimentazione è considerata un aspetto importante e, con analoga propensione, il cibo è considerato come espressione culturale. Il quadro conoscitivo diviene più sfumato quando s’investigano le conoscenze relative ad alcune pratiche di produzione. Così, l’agricoltura biodinamica è, di fatto, sconosciuta mentre sorprende come molti dei rispondenti si dicano a conoscenza delle pratiche che ricorrono a OGM. La compatibilità delle diverse pratiche di produzione con alcune tutele, individuali e ambientali, è variegata mostrando però una progressiva diffidenza verso pratiche ritenute meno “naturali”. Analogo comportamento si ha nei confronti dei processi atti a garantire la conservabilità degli alimenti. Infine, alcune incongruenze tra la dichiarata conoscenza di determinate pratiche di produzione alimentare e il giudizio che delle stesse si da, indicano una qualche forma di “pregiudizio ideologico”. Di là dei giudizi, di qualsiasi natura essi siano, sembrano sussistere fondate indicazioni sul fatto che anche in questo fondamentale ambito si presenti un effetto tendente a ridurre drasticamente e semplicisticamente la complessità del fenomeno e delle sue conseguenze quasi indipendentemente dai fatti e sulla semplice scorta delle esperienze vissute o da altri narrate.

Indagine pilota

CORSI, MARIO;RUSSO, MASSIMO;VALLI, BERNARDO
2016

Abstract

Il lavoro che qui si presenta illustra i risultati di un’indagine pilota condotta sulla coorte di matricole del corso di laurea in Scienze Motorie dell’Università di Urbino Carlo Bo in merito alla conoscenza di alcune fondamentali questioni riguardanti l’alimentazione, la produzione di alimenti e l’atteggiamento dei soggetti nei riguardi delle diverse pratiche agroalimentari. Dopo aver consultato la letteratura di riferimento sull'argomento ed essersi confrontati con esperti del settore, si è passati a costruire un questionario strutturato cartaceo che, preventivamente testato, è stato somministrato. I rispondenti, nonostante l’inevitabile presenza di un intuibile “rumore” da compilazione casuale, si dichiarano, nella quasi totalità, consapevoli di cosa siano alimentazione e alimenti, ma tali certezze vengono meno quando il quesito investiga conoscenze maggiormente specifiche quali quelle legate alle funzioni biologiche dei nutrienti. L’alimentazione è considerata un aspetto importante e, con analoga propensione, il cibo è considerato come espressione culturale. Il quadro conoscitivo diviene più sfumato quando s’investigano le conoscenze relative ad alcune pratiche di produzione. Così, l’agricoltura biodinamica è, di fatto, sconosciuta mentre sorprende come molti dei rispondenti si dicano a conoscenza delle pratiche che ricorrono a OGM. La compatibilità delle diverse pratiche di produzione con alcune tutele, individuali e ambientali, è variegata mostrando però una progressiva diffidenza verso pratiche ritenute meno “naturali”. Analogo comportamento si ha nei confronti dei processi atti a garantire la conservabilità degli alimenti. Infine, alcune incongruenze tra la dichiarata conoscenza di determinate pratiche di produzione alimentare e il giudizio che delle stesse si da, indicano una qualche forma di “pregiudizio ideologico”. Di là dei giudizi, di qualsiasi natura essi siano, sembrano sussistere fondate indicazioni sul fatto che anche in questo fondamentale ambito si presenti un effetto tendente a ridurre drasticamente e semplicisticamente la complessità del fenomeno e delle sue conseguenze quasi indipendentemente dai fatti e sulla semplice scorta delle esperienze vissute o da altri narrate.
2016
978-88548-9702-1
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2640322
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