Trasfusioni di sangue (rifiuto)

La voce è incentrata sul tema del consenso-rifiuto alla trasfusione di sangue, con preliminare trattazione dei requisiti di capacità di agire e di intendere e di volere del disponente. Nel quadro dei valori costituzionali - primo fra tutti il diritto alla vita - la voce individua le ragioni a sostegno della indisponibilità della stessa, evidenziando la necessità di distinguere fra libertà di scelta terapeutica e diritto di morire, e per converso enucleando le condizioni di liceità della trasfusione effettuata contro la volontà del soggetto, anche alla luce dei principi ricavabili dal Codice deontologico, dalla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, dall’art. 32, comma 2, Costituzione e dalle norme penali. Specifica attenzione è riservata ai riflessi che il rifiuto del trattamento medico comporta in tema di responsabilità civile. L’analisi è infine concentrata sulle peculiari fattispecie in cui la scelta terapeutica investa un soggetto capace di agire ma incapace di intendere e di volere, ovvero un soggetto incapace di agire: minore o interdetto.