Poco meno di trent’anni fa uno di noi ha pubblicato, insieme ad alcuni colleghi, un volume di psicologia sociale intitolato “ La società pensata “ (A. Quadrio, Franco Angeli, 1987). Il titolo tendeva a sottolineare come il comportamento umano, individuale e collettivo, non possa essere interpretato come un semplice rispecchiamento delle regole biologiche e sociali, ma anche come una produzione personale attiva, originale, innovativa, critica. Come era detto nella introduzione del volume: ”...l’uomo agisce non solo seguendo bisogni biologici e regole sociali, ma anche ponendosi in atteggiamento critico verso di essi; così l’uomo può ricoprire più ruoli sociali pubblici e privati - ma difficilmente vi aderisce in modo completamente passivo. Al contrario, accade molto spesso che l’individuo tenda a personalizzare il suo ruolo, a interpretarlo in modo originale , a stabilire una sua personale gerarchia di importanza fra i vari ruoli che è chiamato a svolgere …” (pg.14). Il comportamento umano, in altre parole, non è il semplice rispecchiamento delle regole sociali, ma un prodotto attivo di interazione fra persona e ambiente. In questo senso la società è “pensata”: ciascuno di noi quando interagisce con le cose e le persone, con le regole e con i suoi stessi bisogni biologici prova, in modo consapevole o meno, l’esigenza di dare un senso a quello che fa, al punto che, quando questa esigenza viene stabilmente a mancare, il comportamento appare impoverito, deviante, inaccettabile per sé e per gli altri. Tutto questo “pensare” avviene nell’interazione sociale e nel tempo, viene comunicato, discusso, tradotto in rappresentazioni collettive, attuato in ruoli e istituzioni , norme e devianze, e si trasmette di generazione in generazione tramite un continuo compromesso fra vecchio e nuovo. Dopo trent’anni molte cose sono cambiate nella società, sia a livello di realtà concreta sia a livello delle rappresentazioni sociali che riguardano passato, presente e futuro; in sostanza la società è stata “ri-pensata“, come infinite volte è accaduto nella storia del mondo. Per questo crediamo sia utile cercare di fare qualche confronto su questi cambiamenti su diversi temi a livello macrosociale, come la multiculturalità o le d, i gruppi di appartenenza privati e pubblici, il comportamento normale e deviante, il lavoro individuale e di gruppo, le regole giuridiche ed organizzative. Per questo abbiamo pensato a questo nuovo volume che descriva la società così come è stata ri-pensata in tutti i suoi aspetti: nelle sue caratteristiche tradizionali (abitudini, usi, costumi), nelle sue nuove risorse e nei suoi problemi emergenti.

La società ri-pensata

PAJARDI, DANIELA MARIA
2016

Abstract

Poco meno di trent’anni fa uno di noi ha pubblicato, insieme ad alcuni colleghi, un volume di psicologia sociale intitolato “ La società pensata “ (A. Quadrio, Franco Angeli, 1987). Il titolo tendeva a sottolineare come il comportamento umano, individuale e collettivo, non possa essere interpretato come un semplice rispecchiamento delle regole biologiche e sociali, ma anche come una produzione personale attiva, originale, innovativa, critica. Come era detto nella introduzione del volume: ”...l’uomo agisce non solo seguendo bisogni biologici e regole sociali, ma anche ponendosi in atteggiamento critico verso di essi; così l’uomo può ricoprire più ruoli sociali pubblici e privati - ma difficilmente vi aderisce in modo completamente passivo. Al contrario, accade molto spesso che l’individuo tenda a personalizzare il suo ruolo, a interpretarlo in modo originale , a stabilire una sua personale gerarchia di importanza fra i vari ruoli che è chiamato a svolgere …” (pg.14). Il comportamento umano, in altre parole, non è il semplice rispecchiamento delle regole sociali, ma un prodotto attivo di interazione fra persona e ambiente. In questo senso la società è “pensata”: ciascuno di noi quando interagisce con le cose e le persone, con le regole e con i suoi stessi bisogni biologici prova, in modo consapevole o meno, l’esigenza di dare un senso a quello che fa, al punto che, quando questa esigenza viene stabilmente a mancare, il comportamento appare impoverito, deviante, inaccettabile per sé e per gli altri. Tutto questo “pensare” avviene nell’interazione sociale e nel tempo, viene comunicato, discusso, tradotto in rappresentazioni collettive, attuato in ruoli e istituzioni , norme e devianze, e si trasmette di generazione in generazione tramite un continuo compromesso fra vecchio e nuovo. Dopo trent’anni molte cose sono cambiate nella società, sia a livello di realtà concreta sia a livello delle rappresentazioni sociali che riguardano passato, presente e futuro; in sostanza la società è stata “ri-pensata“, come infinite volte è accaduto nella storia del mondo. Per questo crediamo sia utile cercare di fare qualche confronto su questi cambiamenti su diversi temi a livello macrosociale, come la multiculturalità o le d, i gruppi di appartenenza privati e pubblici, il comportamento normale e deviante, il lavoro individuale e di gruppo, le regole giuridiche ed organizzative. Per questo abbiamo pensato a questo nuovo volume che descriva la società così come è stata ri-pensata in tutti i suoi aspetti: nelle sue caratteristiche tradizionali (abitudini, usi, costumi), nelle sue nuove risorse e nei suoi problemi emergenti.
2016
978-88-214-4157-8
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2641970
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