Il libro che si presenta al lettore italiano, di cui ho fatto la curatela e ho scritto il saggio che ne accompagna la lettura, è una riflessione di Michel Serres su Hergé, colui che ha ideato e disegnato il fumetto Tintin. L'autore si accosta a questa nuova forma d'arte adoperando l'intera officina del suo pensiero. Il libro è il frutto appassionato di una lunga frequentazione dell'opera di Hergé che nasce quando il suo autore era poco più di un bimbo. Esso raccoglie gli scritti che per oltre trenta anni Serres ha dedicato al suo 'amico di vecchiaia': testimonianza e ritratto di un artista, ma anche lettura acuminata, scrupolosa e attenta - quasi tavola per tavola - delle strisce del maestro del fumetto dalla linea chiara nella convinzione che la filosofia, abbandonata la pedanteria e il carattere arcigno dei grandi sistemi, abbia trovato rifugio nella 'piccola musica' dell'arte fumettistica, nella quale recupera lo stupore infantile dei suoi albori e il nitore cristallino delle sue idee. Tintin diviene un viaggio antropologico nelle cose nascoste dalla fondazione del mondo. Il tema serresiano del quasi-oggetto, da cui nasce e dipende il collettivo, trova nelle avventure di Tintin nuovi ed inediti sviluppi, anche politici. Importante è, infine, la riflessione circa la questione della comunicazione, cui Serres dedica un importante passaggio della ricerca.
Hergé mon ami
SCALZO, DOMENICO
2017
Abstract
Il libro che si presenta al lettore italiano, di cui ho fatto la curatela e ho scritto il saggio che ne accompagna la lettura, è una riflessione di Michel Serres su Hergé, colui che ha ideato e disegnato il fumetto Tintin. L'autore si accosta a questa nuova forma d'arte adoperando l'intera officina del suo pensiero. Il libro è il frutto appassionato di una lunga frequentazione dell'opera di Hergé che nasce quando il suo autore era poco più di un bimbo. Esso raccoglie gli scritti che per oltre trenta anni Serres ha dedicato al suo 'amico di vecchiaia': testimonianza e ritratto di un artista, ma anche lettura acuminata, scrupolosa e attenta - quasi tavola per tavola - delle strisce del maestro del fumetto dalla linea chiara nella convinzione che la filosofia, abbandonata la pedanteria e il carattere arcigno dei grandi sistemi, abbia trovato rifugio nella 'piccola musica' dell'arte fumettistica, nella quale recupera lo stupore infantile dei suoi albori e il nitore cristallino delle sue idee. Tintin diviene un viaggio antropologico nelle cose nascoste dalla fondazione del mondo. Il tema serresiano del quasi-oggetto, da cui nasce e dipende il collettivo, trova nelle avventure di Tintin nuovi ed inediti sviluppi, anche politici. Importante è, infine, la riflessione circa la questione della comunicazione, cui Serres dedica un importante passaggio della ricerca.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.