La conservazione a lungo termine del patrimonio archeologico della Flaminia richiede la progettazione e l’attuazione di piani di azione combinati, che preservino lo stato dei beni compatibilmente con le esigenze di fruibilità dei monumenti da parte di visitatori. La via consolare Flaminia si presenta nella sua complessità e fascino come uno studio archeologico approfondito grazie alle numerose campagne di rilievo e di scavi archeologici che ha coinvolto studiosi di discipline diverse. In questo lavoro si vogliono presentare i risultati di una vasta operazione di rilievo e processamento dati, seguiti da un’integrazione nel sistema GIS per arrivare attraverso degli esempi ad una programmazione guidata per la manutenzione e valorizzazione di questo grande patrimonio archeologico. Si tratta di un percorso di studio che parte da una documentazione approfondita sulle realtà archeologiche presenti e sulla loro storia e connessione con il territorio in cui si sono sviluppate, acquisendo dati delle fasi di rilievo topografico e laser scanner con tutte le delicate e complesse operazioni di post‐processing dei dati, per la costruzione di un geodatabase che riunisca tutte le informazioni geografiche‐geometriche delle emergenze del sito. La georeferenziazione completa dei rilievi effettuati in loco, della cartografia, delle immagini raster e di un completa gamma di dati topografici in un sistema internazionalmente riconosciuto, UTM‐WGS84, è stata seguita dalla costruzione di un geodatabase, unico contenitore in grado di inserire regole topologiche, domini e immagini incorporate in tabella degli attributi. I tool forniti da ArcGIS, dallo Spatial Analyst al Patch Analyst hanno consentito una serie di elaborazioni completate dal rilievo 3D gestito in ArcScene, sia come semplice visualizzazione tridimensionale dei multipatch derivanti dai rilievi laser scanner sia per una corretta conformazione geomorfologica del territorio. L’interazione fra un rilievo particolareggiato e un software evoluto quale ArcGIS 10.2 consente di creare un progetto completo, avanzato e interrogabile per la gestione dati e pianificazione di restauro. Si propongono in seguito, delle linee guida per la manutenzione programmata dell’area; manutenzione che tra le sue potenzialità ha il fatto di tenere bassi i costi di gestione (ostacolando l’insorgenza futura della necessità di interventi di restauro invasivi ed economicamente costosi) senza diminuire l’interesse e la prevista affluenza dei visitatori nel sito. Il programma manutentivo si configura come proposta di una serie di operazioni pratiche da compiere, abbastanza semplici e reiterabili, dall’effetto immediato e di basso impatto economico. Il fine di queste azioni, eseguite con regolarità e continuità, è appunto quello di azzerare e/o limitare l’insorgenza di fenomeni di alterazione, dovuti a fattori di degrado non eliminabili (come quelli meteorologico‐ambientali). Attraverso la manutenzione, dunque, si potranno combinare gli intenti conservativi con quelli legati alla fruizione e valorizzazione, aumentando la possibilità di godimento da parte di visitatori e diminuendo drasticamente l’incidenza dei fattori di degrado sui materiali originari.

Conservation of Archeological Heritage: Management and Innovation Policies

BARATIN, LAURA
;
BERTOZZI, SARA;CATTANEO, ALESSANDRA
;
MORETTI, ELVIO
2016

Abstract

La conservazione a lungo termine del patrimonio archeologico della Flaminia richiede la progettazione e l’attuazione di piani di azione combinati, che preservino lo stato dei beni compatibilmente con le esigenze di fruibilità dei monumenti da parte di visitatori. La via consolare Flaminia si presenta nella sua complessità e fascino come uno studio archeologico approfondito grazie alle numerose campagne di rilievo e di scavi archeologici che ha coinvolto studiosi di discipline diverse. In questo lavoro si vogliono presentare i risultati di una vasta operazione di rilievo e processamento dati, seguiti da un’integrazione nel sistema GIS per arrivare attraverso degli esempi ad una programmazione guidata per la manutenzione e valorizzazione di questo grande patrimonio archeologico. Si tratta di un percorso di studio che parte da una documentazione approfondita sulle realtà archeologiche presenti e sulla loro storia e connessione con il territorio in cui si sono sviluppate, acquisendo dati delle fasi di rilievo topografico e laser scanner con tutte le delicate e complesse operazioni di post‐processing dei dati, per la costruzione di un geodatabase che riunisca tutte le informazioni geografiche‐geometriche delle emergenze del sito. La georeferenziazione completa dei rilievi effettuati in loco, della cartografia, delle immagini raster e di un completa gamma di dati topografici in un sistema internazionalmente riconosciuto, UTM‐WGS84, è stata seguita dalla costruzione di un geodatabase, unico contenitore in grado di inserire regole topologiche, domini e immagini incorporate in tabella degli attributi. I tool forniti da ArcGIS, dallo Spatial Analyst al Patch Analyst hanno consentito una serie di elaborazioni completate dal rilievo 3D gestito in ArcScene, sia come semplice visualizzazione tridimensionale dei multipatch derivanti dai rilievi laser scanner sia per una corretta conformazione geomorfologica del territorio. L’interazione fra un rilievo particolareggiato e un software evoluto quale ArcGIS 10.2 consente di creare un progetto completo, avanzato e interrogabile per la gestione dati e pianificazione di restauro. Si propongono in seguito, delle linee guida per la manutenzione programmata dell’area; manutenzione che tra le sue potenzialità ha il fatto di tenere bassi i costi di gestione (ostacolando l’insorgenza futura della necessità di interventi di restauro invasivi ed economicamente costosi) senza diminuire l’interesse e la prevista affluenza dei visitatori nel sito. Il programma manutentivo si configura come proposta di una serie di operazioni pratiche da compiere, abbastanza semplici e reiterabili, dall’effetto immediato e di basso impatto economico. Il fine di queste azioni, eseguite con regolarità e continuità, è appunto quello di azzerare e/o limitare l’insorgenza di fenomeni di alterazione, dovuti a fattori di degrado non eliminabili (come quelli meteorologico‐ambientali). Attraverso la manutenzione, dunque, si potranno combinare gli intenti conservativi con quelli legati alla fruizione e valorizzazione, aumentando la possibilità di godimento da parte di visitatori e diminuendo drasticamente l’incidenza dei fattori di degrado sui materiali originari.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2647884
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