Il saggio si interroga sulle traiettorie che il concetto di «lavoro», inteso nella sua dimensione individuale, come in quella collettiva, ha assunto nelle relazioni di mercato della società contemporanea. Il percorso di ricerca prende le mosse dall’età antica, per ripercorrere, negli aspetti salienti, le trasformazioni che il concetto di lavoro ha subito, sino a (rischiare di) diventare tutt’uno con quello di mercato. Un momento centrale della riflessione coincide con la Dichiarazione di Filadelfia, che, nella sua celebre apertura, ha rifiutato il concetto stesso di reificazione del lavoro, affermando solennemente che «il lavoro non è una merce». Ma qual è, oggi, il significato di quella Dichiarazione, in una società che l’ha progressivamente svilita, fino a svuotarla di senso? Nei loro svolgimenti recenti, le politiche del lavoro sembrano, talora, orientate a deprimere (anziché valorizzare) il «prezzo» del lavoro, a valutare e a soppesare costantemente la sostenibilità delle regole di tutela del lavoro rispetto alla «libertà» d'impresa e, non di rado, a colpevolizzare (più che a sostenere) l’individuo che si trova involontariamente privo di un’occupazione.

Mercato del lavoro tra età antica ed età globale

Piera Campanella
2018

Abstract

Il saggio si interroga sulle traiettorie che il concetto di «lavoro», inteso nella sua dimensione individuale, come in quella collettiva, ha assunto nelle relazioni di mercato della società contemporanea. Il percorso di ricerca prende le mosse dall’età antica, per ripercorrere, negli aspetti salienti, le trasformazioni che il concetto di lavoro ha subito, sino a (rischiare di) diventare tutt’uno con quello di mercato. Un momento centrale della riflessione coincide con la Dichiarazione di Filadelfia, che, nella sua celebre apertura, ha rifiutato il concetto stesso di reificazione del lavoro, affermando solennemente che «il lavoro non è una merce». Ma qual è, oggi, il significato di quella Dichiarazione, in una società che l’ha progressivamente svilita, fino a svuotarla di senso? Nei loro svolgimenti recenti, le politiche del lavoro sembrano, talora, orientate a deprimere (anziché valorizzare) il «prezzo» del lavoro, a valutare e a soppesare costantemente la sostenibilità delle regole di tutela del lavoro rispetto alla «libertà» d'impresa e, non di rado, a colpevolizzare (più che a sostenere) l’individuo che si trova involontariamente privo di un’occupazione.
2018
978-88-205-1121-0
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2663055
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact