Abstract Nell’epistola 37 a Bouwmeester, su sollecitazione di quest’ultimo, Spinoza afferma la natura necessaria di un metodo di indagine relativo ai praestantissima (i fondamenti, le cose più alte e valenti) e lo sintetizza in punti di estrema chiarezza. Nel concludere, illustra la necessità di una adsiduam metitationem, congiunta ad animum, propositumque constantissimum, a un certum vivendi modum et rationem e a un finem. Accanto a un’idea di metodo fondata su una concezione dell’intelligere o intellectus definito come absoluta potentia capace di generare verità (come l’«automa spirituale» citato in TIE § 85), Spinoza pone dunque anche condizioni di carattere etico-pratico. Come vanno lette tali condizioni? Sono una semplice sollecitazione formale, una raccomandazione di circostanza, o richiedono di ripensare il concetto di metodo come via non esclusivamente teorica? L’epistola a Bouwmeester può allora essere letta come un ponte concettuale tra la teoria metodologica del TIE e alcuni luoghi dell’ultima parte dell’Ethica, in cui Spinoza offre indicazioni ‘pratiche’ sulla via perardua verso la vita beata ricorrendo, così come fa col suo amico e corrispondente, a ‘consigli’ ed ‘esortazioni’

'Assidua meditatio, propositum constantissimum'. Il concetto di metodo nell’Epistola 37 di Spinoza a Johannes Bouwmeester, tra il 'Tractatus de intellectus emendatione' e l’'Ethica'.

Cristina Santinelli
In corso di stampa

Abstract

Abstract Nell’epistola 37 a Bouwmeester, su sollecitazione di quest’ultimo, Spinoza afferma la natura necessaria di un metodo di indagine relativo ai praestantissima (i fondamenti, le cose più alte e valenti) e lo sintetizza in punti di estrema chiarezza. Nel concludere, illustra la necessità di una adsiduam metitationem, congiunta ad animum, propositumque constantissimum, a un certum vivendi modum et rationem e a un finem. Accanto a un’idea di metodo fondata su una concezione dell’intelligere o intellectus definito come absoluta potentia capace di generare verità (come l’«automa spirituale» citato in TIE § 85), Spinoza pone dunque anche condizioni di carattere etico-pratico. Come vanno lette tali condizioni? Sono una semplice sollecitazione formale, una raccomandazione di circostanza, o richiedono di ripensare il concetto di metodo come via non esclusivamente teorica? L’epistola a Bouwmeester può allora essere letta come un ponte concettuale tra la teoria metodologica del TIE e alcuni luoghi dell’ultima parte dell’Ethica, in cui Spinoza offre indicazioni ‘pratiche’ sulla via perardua verso la vita beata ricorrendo, così come fa col suo amico e corrispondente, a ‘consigli’ ed ‘esortazioni’
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2665554
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