Nel panorama dell’umanesimo italiano a fianco di numerosi e celebri autori che, sull'esempio di Francesco Petrarca, si dedicarono alla composizione di un epistolario latino, possiamo annoverarne altrettanti per ciò che concerne l’epistolografia in volgare, ma, assai rari sono i casi di umanisti che per la scrittura di lettere si siano cimentati sul doppio registro latino-volgare e, nel caso di Filelfo, con l’aggiunta del greco. Se all’Epistolario latino e greco, raccolto, rielaborato e concepito con le caratteristiche di una vera e propria opera letteraria destinata alla pubblicazione Filelfo dedicò notevoli cure per molti anni, alle lettere volgari, al contrario, l’autore non riconobbe uno statuto letterario, per cui la loro sorte è stata quella della totale dispersione, al punto che non se ne conosceva neppure il numero complessivo. Grazie a questo lavoro il corpus conta oggi 141 lettere, parte delle quali sconosciute e inedite, in larga misura autografe, indirizzate ad alcune tra le maggiori personalità della politica e della cultura del Quattrocento: fra tutti spiccano i duchi Francesco e Galeazzo Maria Sforza, Lorenzo il Magnifico e il cancelliere sforzesco Cicco Simonetta. Le lettere toccano molti aspetti della storia e della cultura del secolo XV, dalla politica, alla diplomazia, dalle humanae litterae, alla biografia di Filelfo stesso. Nella loro varietà rispecchiano a pieno la poliedrica personalità dell’autore, il cui profilo intellettuale appare mirabilmente definito nell'ampio percorso della sua Corrispondenza, che si completa con gli altri corpora previsti dal progetto (epistole greche, latine, estravaganti), entro il quale questo primo volume si inscrive.
Francesco Filelfo, Corrispondenza. I. Lettere volgari. Edizione critica e commento a cura di Nicoletta Marcelli
Nicoletta Marcelli
2019
Abstract
Nel panorama dell’umanesimo italiano a fianco di numerosi e celebri autori che, sull'esempio di Francesco Petrarca, si dedicarono alla composizione di un epistolario latino, possiamo annoverarne altrettanti per ciò che concerne l’epistolografia in volgare, ma, assai rari sono i casi di umanisti che per la scrittura di lettere si siano cimentati sul doppio registro latino-volgare e, nel caso di Filelfo, con l’aggiunta del greco. Se all’Epistolario latino e greco, raccolto, rielaborato e concepito con le caratteristiche di una vera e propria opera letteraria destinata alla pubblicazione Filelfo dedicò notevoli cure per molti anni, alle lettere volgari, al contrario, l’autore non riconobbe uno statuto letterario, per cui la loro sorte è stata quella della totale dispersione, al punto che non se ne conosceva neppure il numero complessivo. Grazie a questo lavoro il corpus conta oggi 141 lettere, parte delle quali sconosciute e inedite, in larga misura autografe, indirizzate ad alcune tra le maggiori personalità della politica e della cultura del Quattrocento: fra tutti spiccano i duchi Francesco e Galeazzo Maria Sforza, Lorenzo il Magnifico e il cancelliere sforzesco Cicco Simonetta. Le lettere toccano molti aspetti della storia e della cultura del secolo XV, dalla politica, alla diplomazia, dalle humanae litterae, alla biografia di Filelfo stesso. Nella loro varietà rispecchiano a pieno la poliedrica personalità dell’autore, il cui profilo intellettuale appare mirabilmente definito nell'ampio percorso della sua Corrispondenza, che si completa con gli altri corpora previsti dal progetto (epistole greche, latine, estravaganti), entro il quale questo primo volume si inscrive.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.