Il saggio si occupa del passaggio tra le due ultime grandi opere filosofiche di Hannah Arendt, Vita activa (1958) e La vita della mente (1978). Arendt è stata come è noto un’allieva di Heidegger ma è stata anche un’appassionata studiosa della filosofia classica tedesca e in particolare di Kant. Da Heidegger trarrà la consapevolezza della crisi della modernità e più in generale della frattura che si è realizzata nella tradizione culturale occidentale, e trarrà di conseguenza la consapevolezza della necessità di ripensare il soggetto logocentrico che di questa tradizione è stato protagonista. Da Kant deriverà invece l’ispirazione per cui questo ripensamento deve andare nella direzione di un soggetto molteplice e cioè multidimensionale e stratificato; un soggetto nel quale, alla lunga, nessuna delle facoltà assuma un ruolo gerarchicamente sovraordinato alle altre. Proprio la pluralità immanente di questo soggetto, però, porrà ad un certo punto il problema della sua stabilità e coerenza interna e del suo rapporto con il mondo e cioè il problema della sua capacità di avere prensione sul reale.
Titolo: | Il Denken nella Vita della mente. Pluralismo del soggetto, linguaggio e ricerca del sgnificato secondo Hannah Arendt |
Autori: | AZZARA', GIUSEPPE STEFANO (Corresponding) |
Data di pubblicazione: | 2020 |
Abstract: | Il saggio si occupa del passaggio tra le due ultime grandi opere filosofiche di Hannah Arendt, Vita activa (1958) e La vita della mente (1978). Arendt è stata come è noto un’allieva di Heidegger ma è stata anche un’appassionata studiosa della filosofia classica tedesca e in particolare di Kant. Da Heidegger trarrà la consapevolezza della crisi della modernità e più in generale della frattura che si è realizzata nella tradizione culturale occidentale, e trarrà di conseguenza la consapevolezza della necessità di ripensare il soggetto logocentrico che di questa tradizione è stato protagonista. Da Kant deriverà invece l’ispirazione per cui questo ripensamento deve andare nella direzione di un soggetto molteplice e cioè multidimensionale e stratificato; un soggetto nel quale, alla lunga, nessuna delle facoltà assuma un ruolo gerarchicamente sovraordinato alle altre. Proprio la pluralità immanente di questo soggetto, però, porrà ad un certo punto il problema della sua stabilità e coerenza interna e del suo rapporto con il mondo e cioè il problema della sua capacità di avere prensione sul reale. |
Handle: | http://hdl.handle.net/11576/2677612 |
ISBN: | 978-88-351-0864-1 |
Appare nelle tipologie: | 2.1 Contributo in Volume (Articolo su libro) |