Il fascicolo 59/2020 della rivista semestrale «Sociologia della comunicazione» è dedicato alle culture del neoliberismo, in quanto forma del capitalismo attuale, che si articolano tra retoriche pubbliche e nuove forme della soggettività, in orientamenti di valore e concezioni della società e dell’individuo che si traducono in discorsi, pratiche e dispositivi, in modi di sentire, di pensare e di agire nel quotidiano e nei contesti istituzionali, di cui gli attori non sono necessariamente consapevoli. Diversi studiosi convergono nel riconoscere alcuni tratti comuni delle culture del neoliberismo che abitano e dominano trasversalmente i molteplici settori della società e le forme dell’esistenza quotidiana – l’economia, il lavoro, la cittadinanza e la partecipazione, i consumi, il genere, le emozioni e la vita intima, solo per citarne alcuni. La competizione diventa norma di comportamento generalizzata, uscendo dai confini dell’economico, e l’individuo viene esortato a governare se stesso come un’impresa – cui espressioni quali capitale umano e capitale emotivo rimandano, e come hanno messo in evidenza studiose della sociologia delle emozioni americane quali Illouz (2007) e Hochshild (2015). Si assiste contestualmente alla privatizzazione e depoliticizzazione di istanze di rilevanza collettiva e pubblica che collassano nella sfera individuale e domestica (come indagato ad es. in Zappino 2016) e alla contrattualizzazione dei rapporti sociali.
Le culture del neoliberismo. Retoriche pubbliche e nuove forme della soggettività
Bartoletti, Roberta
2020
Abstract
Il fascicolo 59/2020 della rivista semestrale «Sociologia della comunicazione» è dedicato alle culture del neoliberismo, in quanto forma del capitalismo attuale, che si articolano tra retoriche pubbliche e nuove forme della soggettività, in orientamenti di valore e concezioni della società e dell’individuo che si traducono in discorsi, pratiche e dispositivi, in modi di sentire, di pensare e di agire nel quotidiano e nei contesti istituzionali, di cui gli attori non sono necessariamente consapevoli. Diversi studiosi convergono nel riconoscere alcuni tratti comuni delle culture del neoliberismo che abitano e dominano trasversalmente i molteplici settori della società e le forme dell’esistenza quotidiana – l’economia, il lavoro, la cittadinanza e la partecipazione, i consumi, il genere, le emozioni e la vita intima, solo per citarne alcuni. La competizione diventa norma di comportamento generalizzata, uscendo dai confini dell’economico, e l’individuo viene esortato a governare se stesso come un’impresa – cui espressioni quali capitale umano e capitale emotivo rimandano, e come hanno messo in evidenza studiose della sociologia delle emozioni americane quali Illouz (2007) e Hochshild (2015). Si assiste contestualmente alla privatizzazione e depoliticizzazione di istanze di rilevanza collettiva e pubblica che collassano nella sfera individuale e domestica (come indagato ad es. in Zappino 2016) e alla contrattualizzazione dei rapporti sociali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.