Lo studio del fenomeno scrittorio, quale peculiare manifestazione del più ampio linguaggio umano e sociale, può essere collocato al centro di un crocevia disciplinare fitto di percorsi conoscitivi e speculativi i quali, dai rispettivi punti di vista, se ne occupano scientificamente. Qui non ci interessano tanto gli studi letterari incentrati sui contenuti narrativi della scrittura né tanto meno quelli relativi alle strutture sintattico-grammaticali dello scrivere (se non, forse, indirettamente); ci interessa piuttosto il modo di costruire e, insieme, di esprimere il costrutto scrittorio quale gesto grafico linguistico, forma grafica di comunicazione verbale insegnata e appresa sui banchi di scuola, e i suoi correlati aspetti apparenti e non visibili. Certamente, nello specifico, in questa sede intendiamo svolgere una riflessione pedagogica, di carattere paradigmatico, sui possibili metodi d’insegnamento della scrittura, purché in sinergia teoretica con saperi non strettamente e tradizionalmente pedagogici ma volti ad alimentare la complessità stessa del discorso pedagogico, confluendo nell’alveo del suo enciclopedismo scientifico-educativo, enciclopedismo ormai considerato basilare per lo stesso esistere ed emanciparsi epistemologico della pedagogia. Saranno più o meno impliciti e interattivi i richiami all’antropologia, alla sociologia, alla psicologia, alla linguistica, alla semiologia, alla neuropsicologia, all’arte, come pure alla discussa grafologia, se con tale termine intendiamo lo studio (chissà quanto scientifico) del gesto grafico nel suo svolgersi metacomunicativo.
Educare a scrivere
Roberto Travaglini
2016
Abstract
Lo studio del fenomeno scrittorio, quale peculiare manifestazione del più ampio linguaggio umano e sociale, può essere collocato al centro di un crocevia disciplinare fitto di percorsi conoscitivi e speculativi i quali, dai rispettivi punti di vista, se ne occupano scientificamente. Qui non ci interessano tanto gli studi letterari incentrati sui contenuti narrativi della scrittura né tanto meno quelli relativi alle strutture sintattico-grammaticali dello scrivere (se non, forse, indirettamente); ci interessa piuttosto il modo di costruire e, insieme, di esprimere il costrutto scrittorio quale gesto grafico linguistico, forma grafica di comunicazione verbale insegnata e appresa sui banchi di scuola, e i suoi correlati aspetti apparenti e non visibili. Certamente, nello specifico, in questa sede intendiamo svolgere una riflessione pedagogica, di carattere paradigmatico, sui possibili metodi d’insegnamento della scrittura, purché in sinergia teoretica con saperi non strettamente e tradizionalmente pedagogici ma volti ad alimentare la complessità stessa del discorso pedagogico, confluendo nell’alveo del suo enciclopedismo scientifico-educativo, enciclopedismo ormai considerato basilare per lo stesso esistere ed emanciparsi epistemologico della pedagogia. Saranno più o meno impliciti e interattivi i richiami all’antropologia, alla sociologia, alla psicologia, alla linguistica, alla semiologia, alla neuropsicologia, all’arte, come pure alla discussa grafologia, se con tale termine intendiamo lo studio (chissà quanto scientifico) del gesto grafico nel suo svolgersi metacomunicativo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.