La riflessione qui proposta è tesa ad indagare la presa in carico delle donne durante l’iter legale di richiesta asilo.Verrà dimostrato quanto la presa in carico sia spesso caratterizzata da un’attenzione limitata alle forme di violenza subite (abusi, torture, sfruttamento sessuale, discriminazioni), lasciando però irrisolta e poco indagata un altro tipo di violenza alla quale il sistema sottopone le richiedenti. Si tratta della violenza istituzionale, la quale si esprime attraverso l’uso di stereotipi, stigmi ed etnocentrismi e con l’imposizione di modelli che assoggettano le persone e dirigono i loro modi di esprimersi, scegliere e agire (Carling, 2018; Quaglieriello, 2018, Taliani 2019). Insidiandosi in un continuum (Kelly, 1987; Sheper-Hughes, Bourgois, 2004; Krause, 2015) che prende avvio con le violenze subite nel paese di origine e che proseguono durante il viaggio, le forme di violenza istituzionale risultano essere altrettanto traumatizzanti e foriere di situazioni di disagio, abuso e ingiustizia. La ricerca sul campo svolta tra le richiedenti asilo, osservate nella specifica arena dell’iter legale di richiesta asilo, ha fatto emergere tematiche legate al governo dei corpi, alle tecniche di controllo e assimilazione che disciplinano la loro vita e che modellano le loro storie per farle assomigliare ad un ideale di donna richiedente, sempre straniera, vittima, passiva e impotente. Queste tecniche producono modalità di intervento e disciplinamento che rafforzano i modi con cui si esplicitano gerarchie e pregiudizi, influenzando i processi di costruzione del sé.
Genere e violenza nell’iter legale di richiesta asilo in Italia: riflessioni antropologiche sulle esperienze delle donne
Silvia Pitzalis
2020
Abstract
La riflessione qui proposta è tesa ad indagare la presa in carico delle donne durante l’iter legale di richiesta asilo.Verrà dimostrato quanto la presa in carico sia spesso caratterizzata da un’attenzione limitata alle forme di violenza subite (abusi, torture, sfruttamento sessuale, discriminazioni), lasciando però irrisolta e poco indagata un altro tipo di violenza alla quale il sistema sottopone le richiedenti. Si tratta della violenza istituzionale, la quale si esprime attraverso l’uso di stereotipi, stigmi ed etnocentrismi e con l’imposizione di modelli che assoggettano le persone e dirigono i loro modi di esprimersi, scegliere e agire (Carling, 2018; Quaglieriello, 2018, Taliani 2019). Insidiandosi in un continuum (Kelly, 1987; Sheper-Hughes, Bourgois, 2004; Krause, 2015) che prende avvio con le violenze subite nel paese di origine e che proseguono durante il viaggio, le forme di violenza istituzionale risultano essere altrettanto traumatizzanti e foriere di situazioni di disagio, abuso e ingiustizia. La ricerca sul campo svolta tra le richiedenti asilo, osservate nella specifica arena dell’iter legale di richiesta asilo, ha fatto emergere tematiche legate al governo dei corpi, alle tecniche di controllo e assimilazione che disciplinano la loro vita e che modellano le loro storie per farle assomigliare ad un ideale di donna richiedente, sempre straniera, vittima, passiva e impotente. Queste tecniche producono modalità di intervento e disciplinamento che rafforzano i modi con cui si esplicitano gerarchie e pregiudizi, influenzando i processi di costruzione del sé.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.