Negli ultimi decenni, il ruolo delle emozioni è stato rivalutato nel contesto della psicopedagogia e dell'educazione, spostandosi da una visione tradizionale che le considerava interferenze irrazionali, verso una prospettiva che le riconosce come elementi fondamentali per i processi cognitivi e l'apprendimento. Le emozioni, da intendersi come adattive e funzionali secondo la visione evoluzionista di Darwin, influenzano il pensiero, la memoria e la capacità decisionale, come dimostrano gli studi di Damasio sull’integrazione tra emozione e ragione. La mancanza di emozioni, infatti, può portare a comportamenti disfunzionali, sottolineando l'importanza delle emozioni nella costruzione dei ricordi e nella gestione della quotidianità. Le emozioni dirigono l’attenzione e modulano la percezione, conferendo significato agli stimoli attraverso meccanismi come la "difesa percettiva". Inoltre, la percezione emozionale, evidenziata da ricerche empiriche e teorie neurofisiologiche, mostra come qualità espressive vengano immediatamente colte negli oggetti e nelle esperienze, favorendo l’apprendimento e la comunicazione. L’articolo esplora anche il ruolo delle emozioni nella cognizione e nell’acquisizione di concetti astratti, mostrando come il pensiero si origini da esperienze emotive. Nel linguaggio emozionale, le emozioni funzionano come un sistema autosemantico che esprime giudizi immediati sulla realtà. La "meraviglia", quale intuizione emozionale, emerge come stimolo primario per la conoscenza e la curiosità, contribuendo alle dinamiche educative e relazionali. Infine, viene sottolineata la centralità del desiderio come motore cognitivo ed emotivo dell’apprendimento e delle relazioni educative, rendendo l'emozionalità un elemento imprescindibile per processi mentali significativi e duraturi.
La mente emozionale nei contesti educativi
MARIO RIZZARDI
2020
Abstract
Negli ultimi decenni, il ruolo delle emozioni è stato rivalutato nel contesto della psicopedagogia e dell'educazione, spostandosi da una visione tradizionale che le considerava interferenze irrazionali, verso una prospettiva che le riconosce come elementi fondamentali per i processi cognitivi e l'apprendimento. Le emozioni, da intendersi come adattive e funzionali secondo la visione evoluzionista di Darwin, influenzano il pensiero, la memoria e la capacità decisionale, come dimostrano gli studi di Damasio sull’integrazione tra emozione e ragione. La mancanza di emozioni, infatti, può portare a comportamenti disfunzionali, sottolineando l'importanza delle emozioni nella costruzione dei ricordi e nella gestione della quotidianità. Le emozioni dirigono l’attenzione e modulano la percezione, conferendo significato agli stimoli attraverso meccanismi come la "difesa percettiva". Inoltre, la percezione emozionale, evidenziata da ricerche empiriche e teorie neurofisiologiche, mostra come qualità espressive vengano immediatamente colte negli oggetti e nelle esperienze, favorendo l’apprendimento e la comunicazione. L’articolo esplora anche il ruolo delle emozioni nella cognizione e nell’acquisizione di concetti astratti, mostrando come il pensiero si origini da esperienze emotive. Nel linguaggio emozionale, le emozioni funzionano come un sistema autosemantico che esprime giudizi immediati sulla realtà. La "meraviglia", quale intuizione emozionale, emerge come stimolo primario per la conoscenza e la curiosità, contribuendo alle dinamiche educative e relazionali. Infine, viene sottolineata la centralità del desiderio come motore cognitivo ed emotivo dell’apprendimento e delle relazioni educative, rendendo l'emozionalità un elemento imprescindibile per processi mentali significativi e duraturi.File | Dimensione | Formato | |
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