La storia del Futurismo alla Biennale di Venezia non è mai stata scritta. Macchina di Visione. Futuristi in Biennale è un progetto che esplora i meccanismi di regia della Biennale di Venezia, e le ragioni della sua governance, attraverso l'analisi diacronica della partecipazione di artisti, idee e opere futuriste al Salone Internazionale. Nell'anno in cui si celebra il centenario del primo manifesto e in occasione della 53. Esposizione Internazionale d'Arte, la Biennale coglie l'opportunità di presentarsi al pubblico come ente che ha progressivamente costruito la fortuna critica del movimento. Lo fa con una mostra princeps a Ca' Giustinian, nella rinnovata sede istituzionale della Biennale. Giacimento di questa mostra sono lettere, prefazioni ai cataloghi, manifesti, fotografie, filmati, nastri audio e oggetti di arredo che attestano la presenza del Futurismo alla manifestazione veneziana. Un lungo excursus, dal 1910 al 1995, svela il ruolo giocato dalla Biennale nell'accoglienza, nella sollecitazione e nella promozione del pensiero futurista. E illustra forme e risultati di un dialogo ora polemico ora conciliante, comunque cruciale per comprendere le politiche sui valori e i gusti del Salone. Segno che la ricerca sul più importante gruppo di avanguardia in Italia non si è affatto esaurita. È invece un lascito leggibile - e in maniera sorprendente - nella trama di alcune pratiche, dentro fenomeni di ritualità, negli accenti di consenso e di dissenso espressi verso e dalla controparte Biennale. Lo studio-catalogo offre elementi di teoria a partire dalla disamina concreta dei documenti, permettendo di dire che l'eredità culturale non si trasmette, si conquista.

Macchina di visione. Futuristi in Biennale

MIGLIORE T
2009

Abstract

La storia del Futurismo alla Biennale di Venezia non è mai stata scritta. Macchina di Visione. Futuristi in Biennale è un progetto che esplora i meccanismi di regia della Biennale di Venezia, e le ragioni della sua governance, attraverso l'analisi diacronica della partecipazione di artisti, idee e opere futuriste al Salone Internazionale. Nell'anno in cui si celebra il centenario del primo manifesto e in occasione della 53. Esposizione Internazionale d'Arte, la Biennale coglie l'opportunità di presentarsi al pubblico come ente che ha progressivamente costruito la fortuna critica del movimento. Lo fa con una mostra princeps a Ca' Giustinian, nella rinnovata sede istituzionale della Biennale. Giacimento di questa mostra sono lettere, prefazioni ai cataloghi, manifesti, fotografie, filmati, nastri audio e oggetti di arredo che attestano la presenza del Futurismo alla manifestazione veneziana. Un lungo excursus, dal 1910 al 1995, svela il ruolo giocato dalla Biennale nell'accoglienza, nella sollecitazione e nella promozione del pensiero futurista. E illustra forme e risultati di un dialogo ora polemico ora conciliante, comunque cruciale per comprendere le politiche sui valori e i gusti del Salone. Segno che la ricerca sul più importante gruppo di avanguardia in Italia non si è affatto esaurita. È invece un lascito leggibile - e in maniera sorprendente - nella trama di alcune pratiche, dentro fenomeni di ritualità, negli accenti di consenso e di dissenso espressi verso e dalla controparte Biennale. Lo studio-catalogo offre elementi di teoria a partire dalla disamina concreta dei documenti, permettendo di dire che l'eredità culturale non si trasmette, si conquista.
2009
978-88-317-9872-3
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2681912
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