Ci sono immagini che persistono a lungo nella memoria individuale e collettiva. Immagini che segnano un’epoca, trascendendo le intenzioni e le finalità dei loro autori per vivere un’esistenza altra, legata al loro uso e riuso mediatico. Così è accaduto alle due polaroid di Aldo Moro scattate durante il suo sequestro da parte delle Brigate rosse nel 1978. Foto entrate immediatamente nel circuito informativo internazionale, scatenando reazioni contrastanti sul piano politico, culturale, estetico. Questo saggio analizza, con metodo semiotico, 3,24 mq, l'installazione di Francesco Arena che ricostruisce, 1:1, la cella in cui Aldo Moro fu rinchiuso
Sono, si dice, un altro
MIGLIORE T
2012
Abstract
Ci sono immagini che persistono a lungo nella memoria individuale e collettiva. Immagini che segnano un’epoca, trascendendo le intenzioni e le finalità dei loro autori per vivere un’esistenza altra, legata al loro uso e riuso mediatico. Così è accaduto alle due polaroid di Aldo Moro scattate durante il suo sequestro da parte delle Brigate rosse nel 1978. Foto entrate immediatamente nel circuito informativo internazionale, scatenando reazioni contrastanti sul piano politico, culturale, estetico. Questo saggio analizza, con metodo semiotico, 3,24 mq, l'installazione di Francesco Arena che ricostruisce, 1:1, la cella in cui Aldo Moro fu rinchiusoI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.