L’occupazione di Fiume da parte di Gabriele D’Annunzio, la gestione del potere e il rapporto con la società locale fino all’epilogo del dicembre 1920 sono ricostruiti tramite la lente particolare di una autorappresentazione che si snodò senza soluzione di continuità. La legittimazione dell’impresa richiese infatti un’attenzione precipua alle dinamiche della spettacolarizzazione politica. Cerimonie, liturgie, simbologie, esibizione di corpi e di parole, rievocazioni del passato: si trattava di elaborare un mito in diretta che avesse la capacità di imporsi nell’immediato, di plasmare la vita di una comunità tutt’altro che omogenea e di proiettarsi nel futuro come narrazione consolidata.
Il centenario di Fiume e del fiumanesimo
Anna Tonelli
2021
Abstract
L’occupazione di Fiume da parte di Gabriele D’Annunzio, la gestione del potere e il rapporto con la società locale fino all’epilogo del dicembre 1920 sono ricostruiti tramite la lente particolare di una autorappresentazione che si snodò senza soluzione di continuità. La legittimazione dell’impresa richiese infatti un’attenzione precipua alle dinamiche della spettacolarizzazione politica. Cerimonie, liturgie, simbologie, esibizione di corpi e di parole, rievocazioni del passato: si trattava di elaborare un mito in diretta che avesse la capacità di imporsi nell’immediato, di plasmare la vita di una comunità tutt’altro che omogenea e di proiettarsi nel futuro come narrazione consolidata.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.