Il 266 è, tra i versi del Truculentus plautino, uno dei più vessati dalla critica antica e moderna: tramandato da entrambi i rami della tradizione, in uno (A) presenta problemi metrico-prosodici, nell’altro (P) stilistico-contenutistici. Una restitutio affidabile del verso non sembra perciò conseguibile e, dopo aver tentato di ricostruire i processi di corruttela nelle lezioni dei Palatini e di supportare, paleograficamente, una recente ipotesi di emendatio, in vista di una nuova edizione del testo plautino si ritiene più prudente individuare l’intero stichos come locus desperatus.

C. Pentericci, Ancora su Truc. 266: nuove riflessioni paleografiche, in Atti del V Seminario nazionale per dottorandi e dottori di ricerca in studi latini (CUSL), «La biblioteca di CC» 12 (2021), pp. 164-173

Caterina Pentericci
2021

Abstract

Il 266 è, tra i versi del Truculentus plautino, uno dei più vessati dalla critica antica e moderna: tramandato da entrambi i rami della tradizione, in uno (A) presenta problemi metrico-prosodici, nell’altro (P) stilistico-contenutistici. Una restitutio affidabile del verso non sembra perciò conseguibile e, dopo aver tentato di ricostruire i processi di corruttela nelle lezioni dei Palatini e di supportare, paleograficamente, una recente ipotesi di emendatio, in vista di una nuova edizione del testo plautino si ritiene più prudente individuare l’intero stichos come locus desperatus.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2689237
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