In dialogo con Umberto Carabelli, insigne giurista del lavoro cui è dedicato il presente contributo in volume, l'A. indaga gli effetti della modernizzazione dei sistemi produttivi di beni e servizi sui rapporti di lavoro e, soprattutto, sullo schema negoziale posto a fondamento della subordinazione. A partire dall'esigenza di una rinnovata riflessione critica sul punto, dopo che il declino dello Stato sociale ha posto in discussione il compromesso produttivo posto a fondamento dello Statuto dei lavoratori, l'A., sulla falsariga del pensiero di Carabelli, prende atto della tensione ad espungere dalla struttura del contratto di lavoro quella "tensione cooperatoria" capace di imporre un aggravamento della posizione debitoria sempre meno giustificabile entro una cornice di crescente neo-mercificazione del lavoro. Prende atto, dunque, della attualità di una proposta teorica come quella di Carabelli, tesa a porre a fondamento strutturale del contratto di lavoro il mero scambio "secco" tra retribuzione ed attività lavorativa. Solo che la sottopone a una sorta di stress-test, condotto alla luce della disciplina sul lavoro agile, ove, per l'assenza di riferimenti temporali e spaziali precisi della prestazione, cresce la necessità di una valutazione e misurazione della medesima in rapporto agli obiettivi. Questi ultimi continuano, pertanto, a rappresentare, anche negli odierni rapporti di lavoro, quel frammento di organizzazione che vive nel comportamento del lavoratore "diligente", benché non si possa certo giungere, per questo tramite, a scaricare sul prestatore il rischio di impresa. Dato questo contesto, cresce piuttosto l'esigenza di un controllo sugli obiettivi, dunque sui carichi di lavoro, a garanzia del quale non può essere posta solo l'autonomia individuale.

Senza spazio né tempo. A proposito di organizzazione e prestazione del lavoro nei contesti "agili"

Piera Campanella
2021

Abstract

In dialogo con Umberto Carabelli, insigne giurista del lavoro cui è dedicato il presente contributo in volume, l'A. indaga gli effetti della modernizzazione dei sistemi produttivi di beni e servizi sui rapporti di lavoro e, soprattutto, sullo schema negoziale posto a fondamento della subordinazione. A partire dall'esigenza di una rinnovata riflessione critica sul punto, dopo che il declino dello Stato sociale ha posto in discussione il compromesso produttivo posto a fondamento dello Statuto dei lavoratori, l'A., sulla falsariga del pensiero di Carabelli, prende atto della tensione ad espungere dalla struttura del contratto di lavoro quella "tensione cooperatoria" capace di imporre un aggravamento della posizione debitoria sempre meno giustificabile entro una cornice di crescente neo-mercificazione del lavoro. Prende atto, dunque, della attualità di una proposta teorica come quella di Carabelli, tesa a porre a fondamento strutturale del contratto di lavoro il mero scambio "secco" tra retribuzione ed attività lavorativa. Solo che la sottopone a una sorta di stress-test, condotto alla luce della disciplina sul lavoro agile, ove, per l'assenza di riferimenti temporali e spaziali precisi della prestazione, cresce la necessità di una valutazione e misurazione della medesima in rapporto agli obiettivi. Questi ultimi continuano, pertanto, a rappresentare, anche negli odierni rapporti di lavoro, quel frammento di organizzazione che vive nel comportamento del lavoratore "diligente", benché non si possa certo giungere, per questo tramite, a scaricare sul prestatore il rischio di impresa. Dato questo contesto, cresce piuttosto l'esigenza di un controllo sugli obiettivi, dunque sui carichi di lavoro, a garanzia del quale non può essere posta solo l'autonomia individuale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2698869
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