Il contributo ridisegna il ruolo della mappa nel contesto conservativo, proponendola come nuovo mezzo per la comunicazione del valore identitario del Patrimonio artistico restaurato. La mappa, fino ad oggi intesa come rappresentazione bidimensionale e semplificata del solo stato di fatto di un’opera d’arte, viene proposta come strumento collaborativo e di scambio di conoscenza a più livelli. Mappare non significa solo rappresentare staticamente la realtà di una condizione conservativa, ma soprattutto monitorare e gestire un processo evolutivo. La mappa diventa così sia strumento di analisi e comprensione, sia di sintesi e comunicazione, fungendo da base per le attività di data management caratteristiche di un corretto intervento di restauro. Infatti, mappare le dinamiche di un processo conservativo permette di esplorare un nuovo approccio alla comunicazione, poiché porta a nuovi utilizzi dei dati e a conseguenti nuove modalità espressive. Il lavoro rilegge le pratiche della rappresentazione grafica impiegate fino ad oggi per la costruzione della mappatura conservativa, con l’obiettivo di identificare possibili metalinguaggi e codici rappresentativi condivisi dalla comunità tecnico-scientifica e messi a disposizione del grande pubblico. L’architettura del flusso informativo riguardo il Patrimonio e la sua salvaguardia viene strutturata secondo un nuovo progetto, che dà forma alla conoscenza acquisita durante un intervento e rende possibile la sua esplorazione. La mappa conservativa dovrebbe sperimentare, infatti, una nuova tipologia di fruizione aperta. La prima parte di studio tecnico e di applicazione dei risultati ottenuti è propedeutica a un’analisi di carattere teorico sul ruolo progettuale e culturale di una mappa conservativa aperta alla lettura e all’interpretazione di un pubblico diversificato. In questo contesto la mappa è un mezzo innovativo, poiché tenta di sensibilizzare un pubblico sempre più vasto riguardo la tematica del Patrimonio e della sua salvaguardia e valorizzazione. Infatti, anche grazie all’impiego di risorse digitali al servizio della disciplina della rappresentazione, la mappa conservativa si trasforma in un vero strumento abilitante alla lettura di un sistema complesso come è quello legato al Patrimonio. Secondo questa logica il Patrimonio artistico può diventare motore per la promozione degli aspetti identitari di una cultura in evoluzione, utilizzando modelli elaborati, come le mappe conservative, come strumenti di conoscenza e di comunicazione.

Mappare la conservazione. Analisi di un processo dinamico per il patrimonio storico-artistico

Francesca Gasparetto;Laura Baratin
2021

Abstract

Il contributo ridisegna il ruolo della mappa nel contesto conservativo, proponendola come nuovo mezzo per la comunicazione del valore identitario del Patrimonio artistico restaurato. La mappa, fino ad oggi intesa come rappresentazione bidimensionale e semplificata del solo stato di fatto di un’opera d’arte, viene proposta come strumento collaborativo e di scambio di conoscenza a più livelli. Mappare non significa solo rappresentare staticamente la realtà di una condizione conservativa, ma soprattutto monitorare e gestire un processo evolutivo. La mappa diventa così sia strumento di analisi e comprensione, sia di sintesi e comunicazione, fungendo da base per le attività di data management caratteristiche di un corretto intervento di restauro. Infatti, mappare le dinamiche di un processo conservativo permette di esplorare un nuovo approccio alla comunicazione, poiché porta a nuovi utilizzi dei dati e a conseguenti nuove modalità espressive. Il lavoro rilegge le pratiche della rappresentazione grafica impiegate fino ad oggi per la costruzione della mappatura conservativa, con l’obiettivo di identificare possibili metalinguaggi e codici rappresentativi condivisi dalla comunità tecnico-scientifica e messi a disposizione del grande pubblico. L’architettura del flusso informativo riguardo il Patrimonio e la sua salvaguardia viene strutturata secondo un nuovo progetto, che dà forma alla conoscenza acquisita durante un intervento e rende possibile la sua esplorazione. La mappa conservativa dovrebbe sperimentare, infatti, una nuova tipologia di fruizione aperta. La prima parte di studio tecnico e di applicazione dei risultati ottenuti è propedeutica a un’analisi di carattere teorico sul ruolo progettuale e culturale di una mappa conservativa aperta alla lettura e all’interpretazione di un pubblico diversificato. In questo contesto la mappa è un mezzo innovativo, poiché tenta di sensibilizzare un pubblico sempre più vasto riguardo la tematica del Patrimonio e della sua salvaguardia e valorizzazione. Infatti, anche grazie all’impiego di risorse digitali al servizio della disciplina della rappresentazione, la mappa conservativa si trasforma in un vero strumento abilitante alla lettura di un sistema complesso come è quello legato al Patrimonio. Secondo questa logica il Patrimonio artistico può diventare motore per la promozione degli aspetti identitari di una cultura in evoluzione, utilizzando modelli elaborati, come le mappe conservative, come strumenti di conoscenza e di comunicazione.
2021
978-88-99586-20-1
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11576/2708195
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