Nell’autunno del 1936 il portale dell’abbazia di S. Nicolò a San Gemini veniva venduto, con la mediazione dell’antiquario Ugo Jandolo, al collezionista newyorchese Joseph Brummer. Non senza polemiche il prezioso manufatto lasciava l’Umbria per gli Stati Uniti dove, quasi trent’anni dopo, avrebbe fatto mostra di sé nelle rinnovate sale del Metropolitan Museum. Se le vicende della vendita sono tutto sommato abbastanza note, poco o nulla si conosce dei reiterati tentativi di alienazione, più o meno leciti, condotti già a partire dall’ultimo decennio dell’Ottocento e protrattisi quindi nei primi decenni del secolo seguente. In questo contributo si intende presentare la documentazione d’archivio inedita, reperita presso l’Archivio Centrale dello Stato, relativa a queste travagliate vicissitudini cui andò incontro il portale di San Gemini; tra timidi tentativi di restauro dell’edificio e disinvolti progetti di speculazione, questi documenti, oltre a dar conto degli eventi, consentono di valutare attitudini e comportamenti tenuti nell’arco di quasi mezzo secolo da quegli intellettuali (Ugo Ojetti), quelle personalità politiche (Cesare Maria De Vecchi), quei funzionari preposti alla tutela del patrimonio artistico (Giacomo Boni, Achille Bertini Calosso) che, di tali eventi, furono i principali attori.
Il lungo addio. La vendita del portale di San Nicolò a San Gemini attraverso la documentazione d’archivio
Andrea Paribeni
2022
Abstract
Nell’autunno del 1936 il portale dell’abbazia di S. Nicolò a San Gemini veniva venduto, con la mediazione dell’antiquario Ugo Jandolo, al collezionista newyorchese Joseph Brummer. Non senza polemiche il prezioso manufatto lasciava l’Umbria per gli Stati Uniti dove, quasi trent’anni dopo, avrebbe fatto mostra di sé nelle rinnovate sale del Metropolitan Museum. Se le vicende della vendita sono tutto sommato abbastanza note, poco o nulla si conosce dei reiterati tentativi di alienazione, più o meno leciti, condotti già a partire dall’ultimo decennio dell’Ottocento e protrattisi quindi nei primi decenni del secolo seguente. In questo contributo si intende presentare la documentazione d’archivio inedita, reperita presso l’Archivio Centrale dello Stato, relativa a queste travagliate vicissitudini cui andò incontro il portale di San Gemini; tra timidi tentativi di restauro dell’edificio e disinvolti progetti di speculazione, questi documenti, oltre a dar conto degli eventi, consentono di valutare attitudini e comportamenti tenuti nell’arco di quasi mezzo secolo da quegli intellettuali (Ugo Ojetti), quelle personalità politiche (Cesare Maria De Vecchi), quei funzionari preposti alla tutela del patrimonio artistico (Giacomo Boni, Achille Bertini Calosso) che, di tali eventi, furono i principali attori.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.